Alitalia: tre soluzioni possibili, poi il nulla
Continua lo stato di incertezza sul futuro di Alitalia tra flotta dimezzata, slot ridotti e migliaia di lavoratori a rischio. Il clima è rovente intorno all’ex compagnia di bandiera: dipendenti e sindacati protestano da settimane per chiedere il salvataggio, l’ennesimo, della compagnia di bandiera. La richiesta è chiara: no alla newco ITA, si agli investimenti per il rilancio vero di Alitalia. “Sono stati stanziati 3 miliardi di euro che ora rischiano di fatto di essere bruciati” – ha lanciato l’allarme dalla protesta in Campidoglio Stefania Fabbri, segretario regionale Fit Cisl Lazio. “Un ridimensionamento tale, 40 aerei e solo 3mila dipendenti inseriti su 11mila attuali che, oltre a lasciare a casa migliaia di lavoratori, è un fallimento annunciato”. Oggi la crisi del settore, a cui come una scure è caduta anche la pandemia con il calo drastico dei passeggeri in volo, fa da detonatore all’esplosione di tensioni anche in casa Alitalia che rischia di essere pesantemente ridimensionata anche in termini occupazionali ed è di due giorni fa la notizia del mancato pagamento degli stipendi dei lavoratori dei servizi di pulizie. Una soluzione per Alitalia può passare solo per tre soluzioni alternative: mantenere una gestione pubblica; mettere in vendita in maniera unitaria l’azienda tramite bando, ricercare un’integrazione europea in un grande gruppo dando disponibilità di entrare nell’azionariato. Per quanto riguarda la prima strada è necessario dimostrare di avere un piano di lungo periodo sulla seconda ipotesi non vi sarebbe rilievo alcuno da parte dell’unione europea ma essa non serve a realizzare la politica industriale un trasporto aereo italiano, la terza ipotesi è compatibile con le politiche finalizzate a ottenere per l’Italia un vettore network di dimensioni congrue ormai mancante al nostro paese dalla prima metà degli anni 90. Il tempo sta terminando riesco importante vedere i tempi della politica lo scontro sul tema che riguarda il futuro della compagnia di bandiera tutte le forze politiche devono continuare a ragionare ed a trovare una voce univoca che punta la salvaguardia di un asset nazionale strategico.