Dicembre 24

Quadri donne: la rivoluzione rosa è già qui ora

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I Quadri nel settore privato in Italia sono 470.000 a cui si aggiungono circa 114.000 figure apicali nella Pubblica Amministrazione riconducibili ad una autonomia pari a quella dei colleghi Quadri del settore privato (come ben sa il nostro lettore nella PA i Quadri non sono ancora normati). Il trend è in crescita negli ultimi dieci anni del 21,5% con una composizione che è ancora maschile uomini per il 70% ma con una crescita della presenza di donne Quadro del 3% annuo, ora al 30% del totale. I Quadri si caratterizzano per una maggiore presenza di donne (più della componente dirigenziale) e anche con maggiore cultura (la quasi totalità è laureata e per la metà con master). Una grande spinta alla qualità ed alla integrazione di una professionalità che è ben chiara alle imprese.

Non esiste un modo di lavorare al maschile o al femminile, ogni Quadro collabora alla crescita dell’impresa allo stesso modo e l’impresa deve stare sul mercato, le leggi del mercato non fanno distinzioni di genere. Quello che cambia e come le donne riescono a competere con i colleghi maschi nel mercato del lavoro, ciò che caratterizza la qualità di una democrazia nel lavoro sono le condizioni date alle donne per esprimere il loro potenziale in impresa ed essere aiutate nel compito di reggere il lavoro in impresa e la vita familiare.

Sostenere l’ascesa delle donne ai posti qualificati di governo con funzioni direttive significa creare un contesto di partenza nel quale le donne possano avere accesso alle risorse necessarie a trovare nella società il posto che desiderano. E oltre alle condizioni servono gli strumenti per interpretare la realtà e per cambiarla, uno dei tre pilastri portanti del Recovery  fund riguarda proprio l’inclusione sociale, territoriale e di genere. Il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza italiano, contiene una Strategia Nazionale per la parità di genere  2021 – 2026, che individua 5 priorità: lavoro, reddito, competenze, tempo, potere.

Il presidente del Consiglio Draghi ha dichiarato che entro il 2026 saranno spesi 7 miliardi di euro per promuovere la parità di genere. L’obiettivo è risalire di 5 punti entro il 2026 nella classifica del Gender Equality Index (dell’European Institute for Gender Equality): attualmente l’Italia è al 14° posto, e quei 5 punti sono il divario che si registra nel nostro paese rispetto alla media UE. Il Piano perciò ha il merito di riconoscere e attestare espressamente che “la parità di genere”, unitamente alla “protezione e valorizzazione dei giovani e il superamento dei divari territoriali”, costituisce una priorità nella “Missione 5”: “Coesione e Inclusione”; e che la promozione dell’empowerment femminile e il “contrasto alla discriminazione di genere” sono obiettivi che intersecano trasversalmente pressoché tutte le Missioni del Piano. L’impatto di genere è valorizzato nella riforma del Family Act così come nei processi di digitalizzazione, nella diffusione della cultura e alla creazione di un clima culturale favorevole alla valorizzazione dell’imprenditoria femminile, in particolare presso scuole e università.

Donne in azienda, Donne Quadro che hanno competenze tecniche, sempre più come e meglio formate degli uomini in materie scientifiche tecniche e matematiche, alle quali purtroppo nel nostro Paese ancora oggi le donne si avvicinano in misura molto minore dei loro coetanei (con le dovute eccezioni, come testimonia la Ministra Bonetti, laureata in matematica). Un fenomeno dovuto ad un retaggio culturale che vuole le donne naturalmente più portate allo studio di discipline che privilegiano l’intuito, la sensibilità invece che la tecnica, il rigore e l’intelligenza creativa. Retaggio smentito dai dati che dimostrano che in queste materia “teoricamente ostiche” le donne si laureano meglio e prima dei loro colleghi maschi.

Uguaglianza di genere: Equità di trattamento tra i generi che può esprimersi sia in una parità di trattamento sia in un trattamento diverso ma considerato equivalente in termini di diritti, vantaggi, obblighi e opportunità”

L’uguaglianza di genere tra uomini e donne è un diritto umano e in quanto tale riguarda gli esseri umani, uomini o donne che siano. Dare spazio alle donne è essenzialmente una questione di democrazia e perfino di economia, mi piace sottolinearlo, come INFOQUADRI siamo impegnati nel comunicare l’eccellenza al femminile perché la scarsa presenza femminile nei luoghi della rappresentanza politica, nelle istituzioni, ma anche nei consigli di amministrazioni di enti pubblici e privati, rallenta la crescita del nostro Paese.

Il parere delle donne intervistate su cosa dovrebbe attuarsi nella società affinché le donne realizzino il loro pieno potenziale emerge come tema prioritario il favorire la conciliazione tra lavoro e vita privata (64%, per le laureate arriva a 70%), tema per il quale è peraltro massimo lo stacco tra donne e uomini (15 punti che diventano 22 per le laureate/i).

Papa Wojtyla ha detto: Mai più la Guerra, senza confronto non ci possono essere cambiamenti. Mai più vere ora, in questo tempo di conflitto e di tensione il messaggio che Papa Francesco ha fatto suo. E allora apriamoci al cambiamento, che poi significa lasciare quello che abbiamo per andare verso qualcosa che ci è ancora ignoto.  Ci vuole coraggio per cambiare, per mettersi in discussione ma questo le donne lo sanno bene e sanno farlo da sempre.

Fonte dati: INPS 2019, Rapporto Confcommercio Impresa Donna 2021, Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio Gender School 2020