Novembre 24

Shrinkflation: spendere di più e acquistare più spesso fa davvero bene al retail?

Shrinkflation il nuovo termine inglese da imparare e da gestire nel retail e rappresenta la spinta del mondo produttivo alla gestione dell’inflazione. Produrre stesse quantità ma distribuirle in confezioni più piccole senza cambiare il prezzo finale produce un duplice danno per consumatori: spendono di più e sono costretti ad acquistare più spesso.
La shrinkflation è un fenomeno ma anche una tecnica che si sta diffondendo rapidamente in molti esserci commerciali, in particolari nei supermercati ma non solo.
Il termine deriva dalla crasi del verbo “shrink” (“restringere”) e di “inflation” (“inflazione”) e indica una sorta di “trucchetto svuota-carrelli“, come è stato già definito le associazioni di consumatori.
Dunque, il consumatore si trova il prodotto allo stesso prezzo, ma di dimensioni e quantità più ridotte per fare l’esempio di un supermercato, oppure in hotel stesso prezzo, sempre, ma meno servizi rispetto a prima. Le aziende hanno adottato questa nuova strategia per combattere l’inflazione probabilmente derivante dalla guerra in Ucraina.
il faro dell’Antitrust sull’odioso fenomeno della shrinkflation si è acceso e sono in corso indagini per comprendere se, in questo modo, le aziende cercano di contenere le conseguenze della crisi che stanno attraversando dovuta principalmente agli aumenti delle materie prime e delle bollette di luce e gas scaricando sui consumatori il prezzo di queste scelte in un cartello che le accumuna nelle decisioni prese.
Le famiglie che si ritrovano con uno scontrino di spesa comunque più elevato e con meno quantità di prodotti da poter utilizzare. Gli stipendi, insomma, iniziano realmente a non bastare, mentre l’insofferenza verso i rincari e verso questi “trick” a danno dei consumatori sta aumentando.

Finalmente qualcosa si muove sul fronte dell’inflazione occulta determinata dalla pratica sempre più diffusa di ridurre le quantità dei prodotti lasciando intatti i prezzi – spiega il presidente di Assoutenti Furio Truzzi – Un fenomeno che incide in modo pesante sulle tasche dei consumatori e, attraverso la riduzione delle quantità contenute nelle confezioni dei beni, svuota i carrelli fino al -30%. La shrinkflation, è bene ricordarlo, determina un duplice danno agli utenti: da un lato porta di fatto ad un aumento del prezzo del singolo prodotto interessato, perché il consumatore paga lo stesso prezzo ma porta a casa meno. Dall’altro obbliga le famiglie ad effettuare con più frequenza la spesa, perché una confezione che contiene meno prodotto termina prima, con effetti diretti sui bilanci familiari. Ben venga quindi l’indagine dell’Antitrust, perché un simile fenomeno potrebbe costituire una pratica commerciale scorretta a danno dei consumatori

Quella che nasce come una tecnica di marketing, si potrebbe trasformare in una forma di inflazione occulta, che si aggiunge al rialzo dei prezzi che tutti abbiamo avuto modo di conoscere in questi ultimi mesi e che contribuisce a creare una generale e diffusa sensazione di incertezza. Seguiremo l’esito degli accertamenti dell’Antitrust e riporteremo presto su INFOQUADRI i risultati.