Mercato del lavoro: brusca frenata e previsioni nere
L’ISTAT nel suo bollettino periodico sull’inflazione ha registrato un fenomeno di accelerazione a settembre, mostrando ulteriori segnali di diffusione del fenomeno. Il differenziale per l’indice armonizzato dei prezzi al consumo tra l’Italia e l’area euro ancora negativo si è ampliato rispetto al mese precedente.
A settembre, le imprese esportatrici della manifattura hanno evidenziano un aumento della quota di coloro che segnalano costi e prezzi più elevati come un ostacolo alla produzione, le attese delle imprese sull’occupazione sono in calo sia nella manifattura sia nei servizi di mercato.
Una simulazione realizzata utilizzando i microdati relativi al sistema produttivo italiano del 2019 mostra che l’aumento dei costi dell’energia potrebbe, con effetti differenziati nei settori, rendere negativi i margini operativi dell’8,2% delle imprese attive che impiega circa il 20% degli addetti.
Il quadro internazionale, nelle rilevazioni fornite dall’OCSE, evidenzia come la crisi energetica, le politiche monetarie restrittive e l’elevata incertezza potrebbero determinare una decelerazione dell’economia internazionale nei prossimi trimestri. La crescita del Pil mondiale è attesa rallentare dal 3% quest’anno al 2,25% nel 2023.
I prezzi di petrolio e gas naturale, dopo una fase di disallineamento, hanno iniziato a mostrare entrambi segnali di contenimento. La quotazione del Brent a settembre è scesa a 90,1 dollari al barile (98,6 ad agosto), registrando la terza flessione consecutiva; i listini del gas naturale europeo sono diminuiti, per la prima volta da maggio, a 59,1 $/mmbtu da 70 $/mmbtu del mese precedente.
Il commercio mondiale di beni in volume, supportato dall’attenuazione delle pressioni sulle catene globali del valore e trainato principalmente dagli scambi delle economie avanzate, a luglio ha recuperato (+0,7%) il calo congiunturale del mese precedente (-0,6%). Tuttavia, le prospettive per la domanda mondiale continuano, a peggiorare, come indicato dal PMI globale sui nuovi ordinativi all’export che, a settembre, si è collocato, per il settimo mese consecutivo, al di sotto della soglia di espansione di 50
Negli Stati Uniti, a settembre, la fiducia delle famiglie rilevata dal Conference Board ha continuato a crescere, con incrementi diffusi a tutte le componenti a seguito dell’evoluzione favorevole del mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione è sceso a 3,5% da 3,7% di agosto, e del calo dei prezzi della benzina.
Nello stesso mese, la Federal Reserve ha incrementato di 75 punti base, per la terza volta consecutiva, il tasso di interesse di policy, portandolo nell’intervallo indicativo tra 3% e 3,25%, valore massimo dal 2008.
Il cambio di intonazione della politica monetaria, volto a contrastare l’inflazione americana ancora sui valori massimi degli ultimi 40 anni, sembra iniziare ad avere gli effetti desiderati. Ad agosto, i prezzi al consumo sono cresciuti dell’8,3% in termini tendenziali in lieve decelerazione dal 8,5% del periodo precedente. Nello stesso mese, le aspettative di inflazione rilevate dalla Federal Reserve di New York hanno mostrato una decisa flessione.
Nell’area dell’euro, l’inflazione ha continuato ad accelerare. A settembre, i prezzi al consumo sono aumentati in termini tendenziali (+10% da +9,1% del mese precedente), toccando un nuovo massimo.
Ad agosto il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 6,6%, sui minimi dal 2000 e le vendite al dettaglio in volume hanno segnato un calo marginale in termini congiunturali (-0,3%).
Nel periodo luglio-agosto, l’aumento dell’inattività si è accompagnato ad andamenti del tasso di disoccupazione differenziati per fascia di età. Tra le persone di 35-49 anni l’aumento dell’inattività (19,6% a luglio e 20,0% ad agosto da 19,3% a giugno) si è avuta in presenza di una riduzione o stabilizzazione del tasso di disoccupazione (6,7% sia a luglio che agosto da 7,0% di giugno), mentre nella fascia 25-34 (25,8% a luglio e 26,0% ad agosto da 24,9% a giugno) il tasso di disoccupazione è aumentato (11,4% e 11,3% rispettivamente a luglio e agosto da 11,1% a giugno).
La progressiva riduzione di inattività e disoccupazione si è interrotta a partire da luglio quando l’incremento della inattività è stato più incisivo tra i maschi.
In un quadro caratterizzato dalla significativa riduzione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori, nei prossimi mesi il mercato del lavoro potrebbe subire un contenuto deterioramento. A settembre, le attese sulla disoccupazione formulate dalle famiglie hanno evidenziato un peggioramento mentre quelle delle imprese sull’occupazione hanno subito una significativa flessione nella manifattura, una più contenuta nei servizi di mercato. Permangono segnali favorevoli nelle costruzioni e nel commercio al dettaglio.