Novembre 24

Ecco il governo Meloni, un governo che deve creare fiducia

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Insediato è il nuovo Governo. Il primo presidente del consiglio donna. Il primo dell’era post Covid. Quanti primati, forse troppi? Il segreto di Giorgia Meloni è stato quello di essere più credibile, con una proposta che parla alla gente con un linguaggio semplice, empatico, credibile. Attese? tante, speranze molte. La tradizionale cultura della rappresentanza politica del ventunesimo secolo può essere descritta come un’insieme di relazioni fra ruoli definiti e chiusi che creano inconsapevolmente condizioni di scarsa apertura e fiducia.
Tutto questo si è sempre risolto nel nostro Paese in una leadership politica davvero inefficace. Ecco Giorgia Meloni ha squarciato questo velo e ha riportato queste relazioni a livelli di interazioni umane primarie, riducendo quel distacco che sempre esistito fra una politica lontana dalla gente ed una politica capace invece di guardare dentro la pancia della gente. Ecco quella di Giorgia Meloni la possiamo definire una “leadership umile”, distinta dal concepimento di una leadership gerarcha verticale tradizionale e dalla performance eroica individuale del politico.
Stare al comando di un paese, coordinare ed organizzare gruppi sociali e politici è come allenare una squadra sportiva, hanno in comune il fatto che la leadership dei gruppi sociali dipende da relazioni aperte e basate sulla fiducia all’interno degli stessi e da obiettivi condivisi.
Giorgia Meloni ha creato questo humus positivo nella sua campagna elettorale che ha dato fiducia. E di fiducia l’italiani hanno bisogno, ne hanno bisogno gli italiani che lavorano, ne hanno bisogno gli italiani che non lavorano, ne hanno bisogno gli italiani che soffrono, ne hanno bisogno gli italiani che producono.
La longevità del governo Meloni sarà dato dall’interazione che i ministri, gli apparati politici, sapranno creare con gli elettori di destra, con gli italiani che non hanno votato a destra, con chi non ha votato (!). La Leadership umile agisce da catalizzatrice per formare un gruppo in sintonia con il leader, utilizzata molto nei team in azienda, e funziona benissimo in politica dove i sentimenti sono ormai sempre più pubblici e condivisi via social network li dove l’uno vale uno è diventato un modo di esprimersi e giudicare da pari. La politica che serve al nostro Paese deve essere sempre più di servizio, trasformativa di regole ormai vecchie, inclusiva e non divisiva, e occorre un leader dinamico per avere successo. Giorgia Meloni è un leader che viene dal basso, che ha scelto e non è stato scelto, che conosce come funziona la politica ma non si è contaminata dei riti e modi di bassa politica.

Giorgia Meloni è come un quadro direttivo che in impresa (il partito) è cresciuto, conosce la tecnica, ha professionalità e empatia con chi è più in basso, sa trattatre per competenza e conoscenza con chi sta in alto.
Motivazione, apertura mentale, flessibilità sono necessarie per creare il cambiamento in ogni organizzazione ed anche in un paese. La leadership umile di Giorgia Meloni è necessaria al nostro modo di vivere, al nostro sistema industriale, alla sanità, alle organizzazioni locali, allo sport che in questi ultimi venti, trenta anni hanno vissuto solo di pompose immagini pubbliche e di poca concretezza nelle azioni.
I migliori auguri al nostro Presidente del Consiglio dei ministri, in Lei molti riconoscono un mosaico complesso, uno status da “uno di noi”. una vista alto-basso con la gerarchia, insomma un’insieme di talenti inusuali in un politico con un alto potenziale che se riuscirà a portare in idee concrete e in mutamenti dell’ordinario potrebbe dare un grande impulso a cambiare questo nostro bellissimo Paese.

2 thoughts on “Ecco il governo Meloni, un governo che deve creare fiducia

  1. Allora facciano quello che hanno scritto: su quota 100 e sugli immigrati! Siamo stufi di promessse non mantenute

  2. Credo che il governo possa fare molto per chi lavora. Da lavoratore apicale della sanità auspico un riconoscimento della mia professionalità. Ci sono quadri direttivi che non vengono riconosciuti come tali. Nella pubblica amministrazione soprattutto.

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