Pensioni: il calcolo dei contributi utili
Nella determinazione dell’ammontare finale della pensione pochi sanno che non tutti i contributi hanno lo stesso valore. Infatti mentre tutti i contributi sono utili ai fini della misura dell’assegno alcuni sono dannosi nel calcolo che l’INPS effettua alla maturazione ed addirittura riducono la pensione.
In particolare ci sono contributi che influenzano negativamente il calcolo che non è solo legato agli anni di versamenti previdenziali accumulati, al montante contributivo e all’anzianità anagrafica. Ad esempio, i versamenti per un impiego full time hanno un’importanza diversa rispetto a quelli per un lavoro part-time.
La differenziazione tra versamenti previdenziali vale solo per il sistema retributivo mentre i calcoli con il contributivo sono più netti e più si versa nel proprio conto perconale all’INPS e più l’importo della pensione sarà elevato. Nel sistema retributivo, invece, le regole sono molto diverse ed è l’ammontare dello stipendio a fine carriera a contare molto affincghè l’assegno pensionistico sia più elevato. La quota retributiva della pensione si calcola sugli ultimi 5 o 10 anni di lavoro, prima del congedo, li dove la carriera conta molto e se la busta paga si abbassa di valore verso la fine della carriera, anche il calcolo della quota retributiva dell’assegno previdenziale risentirà di tale dato negativo.
Ciò che è importante sapere è che l’INPS consente la facoltà di “neutralizzare” tutti quei contributi che sono dannosi per la pensione e che comporterebbero una riduzione dell’importo spettante. L’operazione, però, è possibile solo a determinate condizioni:
1) Per le pensioni determinate con il sistema misto (cioè sia retributivo sia contributivo).
2) Non per le pensioni determinate con il solo sistema contributivo puro.
Per poter eliminare (o meglio neutralizzare) i contributi dannosi occorre presentare richiesta all’INPS, anche per tramite di un patronato o direttamente sul sito, il che può avvenire alla maturazione del requisito contributivo richiesto per l’accesso alla pensione e per un massimo di 5 anni. La neutralizzazione opera esclusivamente sul calcolo della quota retributiva, per il meccanismo spiegato sopra, mentre i contributi sterilizzati saranno comunque utili per il calcolo della quota contributiva che nopn subisce alcuna revisione nel criterio di calcolo.
Alcuni esempi rilevabili dal sito INPS: Lavoratore con 45 anni di contribuzione che richiede di neutralizzare alcuni contributi nocivi può farlo solo su 2 anni e 10 mesi di versamenti già effettuati in quanto il requisito per la pensione anticipata è di 42 anni e 10 mesi di contribuzione. Lavoratore con 40 anni di contributi potrà chiedere la sterilizzazione soltanto di 5 anni di contribuzione.