Settimana lavorativa: cresce il pressing sui 4 giorni
Cresce il pressing dei sindacati sul governo affinché ponga sul tavolo del confronto anche il modello di settimana lavorativa.
Ora che il dibattito sulla settimana corta anche in Italia si sta facendo più ampio si può utilizzare come modello quello inglese, la Cisl è intervenuta nel dibattito indicando la necessità di avviare sperimentazioni sul modello del Regno Unito dove 61 aziende hanno introdotto con successo l’orario ridotto a parità di stipendio.
Secondo Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl, il nostro Paese deve recuperare terreno rispetto all’Europa sia sul fronte del benessere dei lavoratori ma anche per sostenere la produttività delle aziende. Parallelamente sono numerose le aziende che annunciano di star trattando al loro interno per raggiungere un accordo sulla settimana corta: Banca Intesa, Stellantis, Abb, Mondelez, Awin si sono poste come obiettivo la necessità di sperimentare anche per gradi un approccio alla settimana corta per consentiree di valutare gli impatti elaborando una formula su misura che tenga conto anche dei picchi di produzione delle imprese. L’idea della Fim Cisl è negoziare a livello aziendale una forma di lavoro fatta di 4 parti di attività piena e 1/5 di riduzione d’orario. Tempo che possa essere dedicato anche a formazione (online e non) o alla gestione dei carichi di cura. Si tratta di soluzioni per la flessibilità già attuate in altri Paesi e che hanno dimostrato la loro efficacia come nel caso del Belgio o della Spagna. Una riorganizzazione del lavoro potrebbe poi rendere più attrattive le aziende del settore anche per i giovani. Generazioni che non chiedono solo salari più alti ma tempo e un equilibrio tra vita e lavoro. «Si tratta anche di venire incontro alle esigenze di tanti lavoratori over 50. La manifattura italiana ha l’età media più alta d’Europa. Ripensare i tempi del lavoro anche per questa categoria sarebbe un passo importante nell’ottica del benessere lavorativo», aggiunge il sindacalista.
I risultati del primo periodo di applicazione della settimana corta in Inghilterra sono positivi. Delle circa settanta aziende L di diversi settori che hanno preso parte alla prima sperimentazione ne 2022 ritengono che ci sia stato un aumento della produttività e benessere per il personale per più dell’80% di esse e sono anche convinte di continuare a lavorare su 4 giorni invece dei tradizionali 5 a settimana. I dati pubblicati dal Boston College, incaricato di monitorare la sperimentazione, circa il 39% dei dipendenti ha dichiarato di essersi sentito meno stressato e di aver usufruito di meno giorni di malattia rispetto al passato ma sorprende psitivamne il numero di dipendenti che ha lasciato l’azienda, diminuito del 57% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (valore complessivo per tutte le aziende partecipanti alla sprimentazione).