Novembre 24

Best place to work: ecco la classifica secondo i dipendenti delle migliori aziende

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Pubblicato il rapporto Great Place to Work Italia, il più completo lavoro fatto dall’azienda leader nel settore dell’analisi del clima aziendale, della trasformazione organizzativa e dell’employer branding. 303 aziende analizzate e oltre 164mila collaboratori ascoltati per il 22° anno consecutivo la classifica delle imprese nominate Best Workplaces Italia 2023.
Per le 60 aziende italiane premiate come Best Workplaces, l’incremento del Trust Index, valore relazionato alla fiducia dei singoli collaboratori, che sale del 2% rispetto a un anno fa (89% contro l’87% del 2022). Restando sempre in ottica Trust Index, i Best Workplaces italiani si pongono al di sopra della media europea (89%), dietro solo alla Danimarca e a pari merito con Belgio e Finlandia. La parola crescita non riguarda solo la fiducia, ma anche il fatturato: i 60 migliori luoghi di lavoro in Italia del 2023 hanno fatto registrare una crescita media annua del fatturato pari al 26%, migliorando il già ragguardevole 23,25% del 2021. Cresce inoltre la forza del Made in Italy: 31 aziende su 60 (52%) presenti in classifica sono italiane, un dato in netta crescita rispetto a 10 anni fa quando le aziende con headquarter nel Bel Paese erano solo 8 su 35 (23%). Entrando ancora più nel dettaglio, il ranking è stato suddiviso e organizzato in 4 categorie differenti sulla base del numero di collaboratori: aziende con oltre 500 collaboratori, con un numero di dipendenti compreso tra 150 e 499, tra 50 e 149 e tra 10 e 49.

“Dato questo contesto di grande cambiamento, la storia che vediamo analizzando la fotografia delle 60 migliori aziende italiane del 2023 è molto coerente – afferma Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia – Le migliori imprese del Bel Paese aumentano in media del 15% la loro forza lavoro rispetto allo scorso anno, hanno il 95% di fiducia nella propria leadership e riescono a raggiungere risultati importanti su temi difficili da affrontare come meritocrazia (+23% rispetto al panel delle 303 aziende analizzate) e correttezza (+19%). Risultati che hanno un peso ancora più importante perché raggiunti dopo anni d’importanti scossoni organizzativi. Tra i settori più presenti – prosegue Bedusa – siamo orgogliosi di vedere la produzione manifatturiera, sempre più simbolo di un nuovo rinascimento imprenditoriale italiano che fa ben comprendere quanto questi temi influiscano su produttività e risultati aziendali, e l’Information Technology, dove la great resignation e qualche stima un po’ troppo entusiastica hanno «obbligato» le aziende del comparto a proporre esperienze sempre più ingaggianti per sfuggire alla trappola dell’azienda-commodity”. La classifica legata alla categoria con oltre 500 collaboratori vede al primo posto Hilton, multinazionale del settore alberghiero. Seguono Salesforce (2°), information technology, e in terza posizione American Express, realtà attiva nei servizi finanziari e assicurativi. Il podio della categoria con un numero di collaboratori compreso tra 150 e 499 è composto quasi interamente da imprese del settore informatico: il gradino più alto è occupato da Bending Spoons, che ha scalzato dopo 8 anni Cisco Systems (2°), mentre la new entry nel podio di categoria è Unox SpA, organizzazione attiva nel settore manifatturiero, che occupa la terza posizione. Tra le imprese costituite da un numero di persone compreso tra 50 e 149, mantiene il primo posto Biogen Italia Srl (biotecnologie e prodotti farmaceutici), seguita da Reverse SpA (servizi professionali) e da Skylabs Srl (information technology). Infine, tra le aziende con un numero di collaboratori compreso tra 10 e 49 si registra la prima posizione guadagnata da Accuracy, realtà che offre servizi professionali, il secondo posto di Systematika Distribution srl (Information Technology) e la medaglia di bronzo ottenuta da Cleafy, società IT. “La grande distanza che c’è tra le Best Workplaces Italia 2023 ed il panorama medio delle organizzazioni italiane è però ancora molto sconfortante – dichiara Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia – Da uno studio della John Hopkins University su un campione di 2.000 lavoratori italiani a cui è stato sottoposto il questionario Trust Index emergono distanze preoccupanti: 50 punti percentuali sul riconoscimento dei benefit (83% per le best contro 33% per la media italiana), 44 punti rispetto al work-life balance (86% vs 44%) e 38 punti percentuali rispetto alla meritocrazia (79% vs 41%), solo per citarne alcuni. La media della fiducia delle 60 migliori aziende italiane è superiore di 3 punti rispetto a quella europea (89% vs 86%), mentre la stessa media nel campione rappresentativo delle aziende italiane è 6 punti percentuali al di sotto della media europea (52% vs 58%). È qui, a parere mio – conclude Zollo – il vero gap di produttività da colmare nei confronti dell’Europa, e il primo passo da compiere è semplicemente quello di chiedere ai propri colleghi come stanno e se possiamo fare qualcosa per fare sì che possano dare il meglio di loro stessi”.
Il ranking è integralmente consultabile qui

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