Novembre 24

TFR o Fondo? la scelta per chi la deve fare è sempre più complessa

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In un momento storico dove i rendimenti dei fondi pensione stanno tornando in segno positivo, con il rischio che le turbolenze in atto sui mercati riprendano a far comprimere i valori o produrre perdite cosa è opportuno scegliere, per chi non lo ha ancora fatto, tra TFR in azienda o Fondo Pensione? Tratteremo in uno speciale il mese prossimo il tema che sta diventando complesso per chi deve fare la scelta ma lo è ancora di più purtroppo per chi la scelta di passare ai fondi l’ha fatta ed ora è attanagliato da dubbi e prospetti con rendimenti non proprio rosei. Nell’attesa ai nostri lettori riportiamo il parere dei nostri esperti che hanno analizzato gli andamenti degli ultimi sei mesi dei fondi negoziali comparandoli con il TFR. Nel complesso, i risultati dei primi due mesi del 2023 timidi segnali positivi. Il comparto dei fondi pensione negoziali segna un progresso del 1,2%, mentre i fondi aperti del 1,9% grazie a un mese di gennaio in recupero. A febbraio, però, la crescita si è fermata. I fondi negoziali hanno ripiegato dell’1,0%, mentre quelli aperti sono calati dello 0,7%. A tenere meglio sono state le linee monetarie, che hanno limitato la flessione a -0,72% per gli aperti e a -0,13% per i negoziali.
Per contro il Tfr viaggia intorno al 9% di rivalutazione media.
Gli esperti evidenziano il fatto che a pesare sui risultati, anche quelli futuri, sono le crisi bancarie e quasi tutti i gestori prevedono nuove perdite patrimoniali a causa del calo dei prezzi delle obbligazioni e dei titoli di Stato in portafoglio.
La scelta quindi se lasciare il TFR in azienda o scegliere il Fondo resta complessa ma va riportata a quello che è l’obiettivo di lungo periodo: fornire un pilastro aggiuntivo alla previdenza obbligatoria. Il bilancio degli ultimi dieci anni, guardando ai numeri, resta positivo con i fondi pensione negoziali che hanno guadagnato in media il 2,5% all’anno e gli aperti in progresso dell’1,9%. Gli azionari hanno fatto ancora meglio: un +5,9% per i fondi pensione negoziali e 4,8% per quelli aperti.
Una scelta oculata anche al comparto in cui il fondo orienta gli investimenti contribuisce a non rischiare. Tutti i gestori dei fondi negoziali garantiscono una tenuta minima sui comparti a meno rischio.
Seppur il TFR resta in questo momento il porto sicuro visto il suo rendimento lo scorso anno dell’8,3% contro una performance negativa media dei fondi pensione del 10%. Uno scarto complessivo di 18 punti percentuali con il coefficiente di rivalutazione del TFR registra anche il dato dell’inflazione misurata periodicamente dall’Istat. Ricordiamo che la rivalutazione annuale del TFR è pari al 1,5% + 0,75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo su base annua. La stessa rivalutazione è assoggettata a imposta fiscale del 17%, contrariamente a quanto avviene per le quote destinate ai fondi pensione il cui prelievo fiscale è del 20%.
La scelta è quindi molto complessa ma nella scelta del fondo va valutata soprattutto guardando a qullo che sarà il proprio reddito da pensione, aiutando a garantire una certa sicurezza finanziaria quando si smette di lavorare. Altro tema è l’aspettativa di lavoro che manca al raggiungimento della pensione e i vantaggi fiscali perchè i rendimenti generati all’interno del fondo pensione sono generalmente tassati a una aliquota inferiore rispetto ad altri investimenti.
In alcuni casi, i datori di lavoro offrono fondi pensione come parte del pacchetto retributivo ai dipendenti e spesso contribuiscono anche al fondo pensione, aumentando l’ammontare complessivo del capitale accumulato nel tempo.

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