CIU Unionquadri: focus sulla trasformazione del mondo del lavoro
Il sindacato CIU UNIONQUADRI che opera da lungo tempo nell’ambito del lavoro pubblico e privato ed è rappresentato presso il CNEL e presso il CESE, ha sviluppato un focus sul ruolo dell’apprendistato nell’era dell’innovazione digitale.
Il mondo del lavoro, da sempre in costante evoluzione e cambiamento, sembra attraversare una nuova fase di crisi.
In effetti, è emerso che la pandemia da COVID-19 ha ulteriormente aumentato le diseguaglianze già esistenti nel mondo del lavoro, penalizzando in particolar modo le tradizionali categorie considerate “deboli” come donne, giovani e regioni del Sud Italia.
I tentativi di rilanciare l’economia, anche mediante l’utilizzo dei fondi garantiti dal PNRR, si sono inoltre scontrati con l’inaspettato aumento delle dimissioni volontarie da parte dei lavoratori.
Si tratta di un fenomeno globale e che negli Stati Uniti è stato denominato “Great Resignation”, che deve essere monitorato e a cui va con ogni evidenza posto un argine, innanzitutto promuovendo la formazione e la riqualificazione dei lavoratori, al fine di garantire, in caso di dimissioni, una rapida rioccupazione.
I dati non mentono: solo in Italia sono state quasi 2 milioni e 200 mila le dimissioni registrate nel 2022, in aumento del 13,8% rispetto al 2021, quando in totale sono state 1 milione 930 mila (cfr. Note trimestrale sulle comunicazioni obbligatorie del Ministero del Lavoro).
Quella che è stata definita “rarefazione dei lavoratori” sembrerebbe ulteriormente destinata ad accentuarsi. Nel periodo 2012-2022 gli occupati tra i 15 e i 34 anni sono diminuiti del -7,6% e quelli di età 35-49 del -14,8%, mentre i 50-64enni sono aumentati del 40,8% e gli over 65 del 68,9 (cfr. Rapporto Censis 1° marzo 2023).
Nel 2032 gli anziani saranno il 28,5% e i giovani solo l’11%. Appare evidente un vero e proprio capovolgimento della struttura per età della popolazione, con crescita progressiva del numero degli anziani e la parallela contrazione di quello dei più giovani, fenomeno decisivo che condiziona anche il mondo del lavoro.
Pare opportuno segnalare tuttavia come secondo l’indagine Eurostat relativa al terzo Trimestre 2022, l’Italia risulti il paese Ue con la quota più elevata di persone che dichiarano di aver lasciato il proprio impiego per ragioni legate al mondo del lavoro (89,894%).
Risulta a questo punto opportuno valutare quali possono essere alcuni strumenti per facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro soprattutto per i giovani.
L’apprendistato è un contratto di lavoro finalizzato alla formazione e all’occupazione dei giovani (cfr. art. 41 comma 1 d.lgs. n. 81/2015).
Detta tipologia contrattuale si propone infatti di garantire una sorta di canale di ingresso privilegiato al mercato del lavoro, mirando all’alternanza e integrazione tra lavoro e formazione.
L’apprendistato – che si ricorda essere un contratto a tempo indeterminato – infatti garantisce al lavoratore che al momento della stipula venga redatto un apposito piano formativo individuale che dovrà quindi essere seguito nel corso del rapporto.
Dal punto di vista del datore di lavoro, non va dimenticato come a livello retributivo ci sia la possibilità di inquadrare il lavoratore fino a 2 livelli inferiori rispetto a quello spettante in applicazione del CCNL di riferimento, il trattamento contributivo agevolato fino all’anno successivo alla prosecuzione dell’apprendistato come ordinario rapporto subordinato a tempo indeterminato e il fatto che l’apprendista non rilevi ai fini del raggiungimento dei limiti numerici previsti da leggi e contratti per l’applicazione di specifiche normative o istituti.
Attualmente sono previste le seguenti tipologie di contratto:
1.apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma d’istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore (primo livello), per soggetti tra i 15 ed i 25 anni;
2.apprendistato professionalizzante (secondo livello), per soggetti tra i 18 ed i 29 anni;
3.apprendistato di alta formazione e ricerca (terzo livello), sempre per soggetti tra i 18 e i 29 anni.
Ciononostante, come evidenzia il XX Rapporto di Monitoraggio “L’andamento dell’apprendistato nella crisi pandemica” di INAPP e INPS del luglio 2022, la crisi sociale ed economica dovuta alle misure di contenimento della pandemia da COVID-19 ― che fa registrare una riduzione del tasso di occupazione nella fascia di età 15-29 di due punti percentuali rispetto all’anno precedente (da 29,8% a 31,8%) ― si è riflettuta anche sull’occupazione in apprendistato.
Peraltro, sono previsti ulteriori specifiche agevolazioni contributive per l’assunzione con contratto di apprendistato per, tra gli altri, disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza (dal 2024 Assegno di Inclusione), Occupazione Mezzogiorno, Decontribuzione Sud, disabili.
Ancora, per i contratti di apprendistato di primo livello stipulati nell’anno 2023 i datori di lavoro fruiscono dello sgravio del pagamento dei contributi della NASPI dell’1,31% di cui all’art. 42 co. 6, lett. f, del D.lgs. n. 81/15, della cancellazione del contributo integrativo dello 0,30% ex art. 25 L. 845/1978 per i Fondi Interprofessionali; e dell’- abolizione del contributo previsto dall’art. 2 co. 31 e 32 L. 92/2012, a carico del datore di lavoro, in caso di licenziamento dell’apprendista (cd. ticket di licenziamento).
A riguardo, il Report INPS “Incentivi all’occupazione – Focus sulle agevolazioni contributive per le assunzioni e le variazioni contrattuali” del 23/03/2023 evidenzia come le assunzioni agevolate con contratto di apprendistato siano state pari rispettivamente a n. 366.473 nel 2020, a 475.172 nel 2021 (+ 29,7% rispetto al 2020) e 518.476 nel 2022, con ulteriore incremento del 9,1% rispetto al 2021.
Pare quindi che lo strumento del contratto di apprendistato, per la sua particolare natura, possa rappresentare una possibile soluzione alle sfide ed alle difficoltà che sta attraversando il mercato del lavoro, a patto tuttavia che sia adeguatamente supportato e reso più appetibile da specifici sgravi o agevolazioni.