Contratto commercio: in discussione aumenti ai Quadri di 250 euro
Di una vera e propria trattativa non si può parlare, le fonti che abbiamo raggiunto hanno indicato a Infoquadri che il dialogo tra imprese e sindacati e ripartito con maggiore serenità. Tolte le spine dei temi che sono rimasti aperti (nuove qualifiche e criteri di flessibilità) si parla in questi mesi di adeguare le retribuzioni alla perdita di reale potere che l’inflazione ha portato nell’ultimo anno, abbiamo già scritto dell’effetto inflattivo sulle retribuzioni in questo articolo.
Il contratto dei lavoratori del commercio e servizi è scaduto quasi quattro anni fa, a fine 2019, e a dicembre dello scorso anno le parti si erano impegnate a chiudere la partita del rinnovo entro giugno. Ora il termine è slittato , ma la volontà di tutti è accelerare, per chiudere subito dopo l’estate e far scattare gli aumenti il prima possibile.
Ciò che risulta alla nostra redazione e che si è vicini ad una intesa che riconoscerebbe gradualmente ai lavoratori, su tredici o forse quattordici mensilità, il 60% dell’aumento del costo della vita nel 2022. Per un Quadro vorrebbe dire in busta paga trovare un aumento in media di 250 euro lordi al mese.
Questo considerando lo stipendio medio di un Quadro non fa recuperare tutta la perdita divuta alleffetto inflazione, ricordiamo salita dell’8,1%, ma almeno riequilibrare il suo stipendio verso il costo della vita reale.
Anche l’effetto dell’accordo temporaneo, trovato lo scorso dicembre tra sindacati e datori di lavoro, è ormai scomparso per via dell’effetto dei rincari. Il fatto che siano stati riconosciuti in busta paga sotto forma di acconto circa 50 euro lordi al mese non è da solo servito a recuperare l’effetto di perdita di capacità di spesa. Le nostre fonti affermano che le due somme una tantum da 100 e 250 euro di “vacanza contrattuale” dovrebbero poi rientrare nella trattativa finale. Si profilerebbe, se questa posizione soprattutto espressa da Confcommercio fosse confermata, di far rientrare nel nuyov contratto la cifra che e in modo forfettario ha compensato i mancati aumenti dal 2019 a oggi.
Secondo i calcoli dei sindacati i lavoratori avrebbero “perso” in quattro anni quasi 3mila euro di mancati aumenti e sono sulla posizione di richiedere ai lavoratori almeno altri 750 euro, per un totale di 1000 (da riparametrare per il livell Quadro).
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