Morto Domenico De Masi: mente fervida e profondo conoscitore dei lavoratori
È improvvisamente deceduto il sociologo Domenico De Masi, professore emerito di Sociologia del lavoro presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, dove è stato preside della facoltà di Scienze della comunicazione, all’età di 85 anni. Lo ha colpito una fulminante malattia. Fondatore della S3.Studium e Past Presidente AIF, autore di numerosi saggi e libri, De Masi ha insegnato ininterrottamente dal 1961 in poi ma soprattutto ha da sempre approfondito le tematiche socio-organizzative, il post-industrialismo e di recente anche il fenomeno del lavoro agile (trasformatosi in smart working). De Masi ha elaborato un suo paradigma sociologico, partendo dal pensiero di maestri come Tocqueville, Marx, Taylor, Bell, Gorz, Touraine, Heller e la Scuola di Francoforte. Si parla del paradigma post-industriale, secondo cui, a metà del Novecento l’azione congiunta del progresso tecnologico, la globalizzazione, la diffusione dei mass media e della scolarizzazione di massa abbia prodotto un tipo nuovo di società centrata sulla produzione di informazioni, servizi, simboli, valori, estetica. Questo crea nuovi assetti economici, nuove condivisioni del tempo libero e nuove forme della convivenza. De Masi ha concepito l’ozio creativo come combinazione di lavoro, studio e gioco. Grande promotore del lavoro agile durante la pandemia da Covid-19, recentemente lo ha criticato in negativo se vincolato a orari e senza obiettivi finali da raggiungere. “La morte di Domenico De Masi ci addolora profondamente, le sue ricerche e la sua limpida visione del ruolo del lavoro nella società moderna ha caratterizzato molta parte della sociologia.” scrive in una nota Antonio Votino, direttore di Infoquadri e presidente del Cesmal Centro Studi sul Management, “Per il nostro centro studi lo incontrammo per avere da lui un approfondimento sul ruolo dello smart working e del telelavoro nella società postcapitalistica, ci disse che la sfida per le imprese era quella di coniugare modernità e evoluzione del ruolo del lavoratore, non più prestatore di opera ma partner nella crescita del sistema industriale. Fondamentali i suoi spunti relativi al rapporto tra ore lavoro e produttività nel suo saggio Ozio creativo. Grazie professore anche per il suo aiuto nella nostra attività”