Pubblico impiego: ecco le competenze trasversali del personale non dirigenziale
La pubblica amministrazione approda finalmente a criteri valutativi legati alle soft skills dei dipendenti pubblici. Con il decreto firmato dal Ministro per la pubblica amministrazione Zingrillo si pongono le basi di una riorganizzazione di profili professionali secondo un modello orientato anche alle competenze trasversali. Per la prima volta si norma nella PA l’utilizzo delle soft skills, cioè le capacità tecniche e comportamentali, quell’insieme di abilità e conoscenze che vanno nel senso del saper fare e saper essere che nelle organizzazioni private da tempo si valuta e si utilizza per disegnare i profili professionali ed i piani di carriera. Il progetto si inserisce nell’ambito della riforma del mercato del lavoro prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che ha promosso la riprogettazione del sistema dei profili professionali verso un modello che si articola su conoscenze, competenze e capacità proprie della posizione che si va a ricoprire. L’amministrazione pubblica non si limiteranno a sostituire le vecchie figure con altre identiche ma si indirizzeranno alla ricerca di competenze specifiche, facendo delle soft skills parte integrante dei nuovi concorsi pubblici, in modo da sostenere la trasformazione della pubblica amministrazione nell’ottica del PNRR. Le competenze trasversali rappresentano quindi parte del nuovo modello valutativo che sarà focalizzato sulle persone e non soltanto sulla competenza scolastica, il framework delle competenze trasversali del personale non dirigenziale della PA, è stato elaborato da un gruppo di lavoro apposito, composto da professionisti del Dipartimento della Funzione Pubblica, della Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA) e di ARAN. Rappresenta una sorta di dizionario delle competenze di carattere generale, al quale le singole amministrazioni possono attingere per andare a comporre il modello di competenze specifico per il ruolo di interesse, scegliendo quelle più rilevanti nel caso specifico. Le competenze trasversali richieste per il personale non dirigente della pubblica amministrazione sono riconducibili in una classificazione di 16 aree per quattro livelli. Il livello del “Capire il contesto pubblico” (consapevolezza del contesto, soluzione dei problemi, consapevolezza digitale, orientamento all’apprendimento), quello dell “Interagire nel contesto pubblico” (comunicazione, collaborazione, orientamento al servizio, gestione delle emozioni), quello del “Realizzare il valore pubblico” (affidabilità, accuratezza, iniziativa, orientamento al risultato), e qeullo del “Gestire le risorse pubbliche” (gestione dei processi, guida del gruppo, vviluppo dei collaboratori, ottimizzazione delle risorse).
Inoltre, sono stati individuati 3 valori, trasversali a tutte le competenze, principi ideali dell’azione individuale e collettiva: Integrità; Inclusione; Sostenibilità.
Le capacità di empatia e interazione con gli altri sono un valore che entrerà anche nella PA. Le competenze trasversali sono le doti relazionali di una persona, riguardano il comportamento con gli altri e il modo in cui si riesce a raggiungere gli obiettivi. Si tratta di quelle qualità che al giorno d’oggi tutte le aziende e i datori di lavoro privati tengono in grande considerazione e che adesso faranno parte anche del bagaglio professionale richiesto ai dipendenti pubblici.