Gabriella Ancora: CIU Unionquadri abilita servizi e rappresentanza di nuove professionalità
Intervenendo nel panel “Rappresentanza dei Quadri e delle Elevate Professionalità, facciamo il punto” Gabriella Ancora, presidente CIU Unionquadri, prendendo spunto di quello dal cambiamento culturale da seguire legato all’introduzione del quadro anche nella pubblica amministrazione fa detto
“Innanzitutto la centralità del lavoratore, il benessere del lavoratore è sempre stato il nostro riferimento, noi come come sindacato presente nel CNEL che presidiamo un gruppo di lavoro, un comitato vero e proprio che si chiama benessere salute giovani e sport, è un gruppo di studio molto interessante in più siamo stati incaricati proprio la settimana passata dal Presidente Brunetta di preparare un progetto di legge che riguardi i dpo, data protection officer, a noi Unionquadri aderiscono molti dp, si parlava prima appunto di specializzazione, e a noi aderiscono un folto, un numerosissimo, gruppo di associazioni di dpo che non sono normati e non sono ancora tutelati. Il dpo è una figura appunto molto specializzata molto particolare, deve conoscere di informatica deve conoscere gli elementi di legge, deve conoscere di temi legati alla Cyber Security, deve gestire trattamento dati sensibili, di sicurezza, va formato continuamente. In questo momento storico le imprese si rivolgono al quadro per coprire la carica di dpo, perché il quadro è un interno, la sicurezza tendenzialmente le imprese tendono appunto a investire il quadro di questo nuovo ruolo che però è pieno di responsabilità pieno di insidie e non ha anche un riconoscimento diciamo francamente economico molto diversificato tra le impese. Quindi partendo da un convegno che abbiamo fatto, che facciamo ogni anno per vedere l’attuazione appunto di questa figura, siamo stati appunto incaricati, ripeto ufficialmente, di redigere una proposta di legge perché il CNEL nella sua missione è questo che deve fare: proposte di legge. E’ stato tacciato molte volte di non operare in questo senso, adesso devo dire che la presidenza Brunetta è molto, molto attiva, molto sensibile a questo aspetto.
La mancanza nella pubblica amministrazione di un corpo intermedio tra dirigenza e personale non dirigente, è un problema non solo sindacale ma anche politico. Infatti questo mi dà lo spunto per fare un po’ per le forze politiche la cronistoria di quello che avvenuto fino ad oggi appunto per il tentativo di riconoscimento del quadro soprattutto nella pubblica amministrazione. Tutto nasce nel 1980 la marcia dei 40.000, oggi le motivazioni di quell’epoca sono tutt’ora valide. I quadri hanno ricevuto in questo momento di trasformazione di nuove tecnologie e sono investiti di grandi responsabilità rispetto al passato, pensiamo appunto come è stato detto ai processi di digitalizzazione che si formano. Torno ai dpo, è stato citato prima il 1985 la legge 190 e nella legge 190 però si dava un’impostazione, si parlava di prestatore di lavoro subordinato che svolgono funzioni con carattere continuativo di rilevante importanza è qui che ci si ferma. Cosa significa rilevante importanza, figura che nell’impresa svolge la funzione di dirigente pur non avendone il riconoscimento. Per colmare appunto la vaghezza di questa rilevante importanza nella legge la stessa legge rimandava alla contrattazione collettiva aziendale. Purtroppo il fallimento di trattative su temi assai diversi per specificità e riteniamo che è arrivato il momento di una basilare riforma di modifica dalle legge 190 che vogliamo chiedere al legislatore. Lo stiamo lavorando per ottenere che il tavolo delle trattative per i rinnovi contrattuali sia fato separatamente da quello degli altri lavoratori a similitudine del tavolo per i dirigenti, separato, riforma che peraltro dovrà anche prevedere che la categoria dei quadri sia riconosciuta finalmente nel settore del pubblico impiego. Come Unionquadri abbiamo avviato numerosissime azioni sul piano sindacale politico giudiziario per l’introduzione o meglio il riconoscimento dei quadri, come abbiamo detto la mancanza di questo corpo intermedio diventa un problema, veramente anche politico. L’obiettivo del nostro sindacato è stato sempre quello della costituzione di un’area professionale intermedia contrattualizzata, collocata tra la dirigenza e l’area definita non dirigenziale, non solo come risposta a legittima aspettativa di molti pubblici dipendenti ma come adeguamento alle esigenze di buon funzionamento della pubblica amministrazione. Ricordiamo sempre il codice civile articolo 2095, l’obiettivo principale era quello di vedere applicato anche nell’ambito del pubblico impiego, dopo le riforme tra gli anni 90, l’articolo 2095 che vede i prestatori di lavoro suddivisi in operai impiegati, quadri, dirigenti. la Corte di Cassazione invece riteneva, stante la specialità della disciplina del pubblico impiego, non applicabile al pubblico impiego l’articolo2095 laddove prevede l’esistenza della categoria dei quadri, appunto, accanto a quello dei dirigenti, impiegati, operai, in nome proprio della specificità della pubblica impiego anche dopo l’avvenuta contrattualizzazione. Ricordiamo anche, l’articolo 40 del 2001, decreto legislativo 2009, che riporta e che impone per le figure professionali, di elevata responsabilità , svolgono compiti di direzione o comportano iscrizione ad Albi o compiti scientifici, dovevano essere stabilite discipline distinte nell’ambito dei contratti collettivi di comparto. Era quindi eliminata la possibilità di costituire un’apposita area dei quadri. Ricordiamo anche la vice-dirigenza prevista dalla legge Frattini nel 2002, che era stata introdotta ma non trovava pratica attuazione e di fatto era definitivamente poi abolita. Fin qui, la nota storica, a cui aggiungo, e che non fa male ricordare in questo contesto, quanto Aris Accornero già nel ‘94 scriveva in merito a quali fossero le difficoltà per il riconoscimento della categoria dei quadri. Egli ci spiegava le tre ragioni: mancanza di un’organizzazione rappresentativa; gli imprenditori non vedono di buon occhio l’emergere della categoria; poca considerazione da parte dei sindacati tradizionali.
In piena pandemia, nel mese di aprile, il comitato Colao presentava all’allora presidente del consiglio, un gruppo di esperti con il compito di ripensare i modelli organizzativi sociali e di vita economica, in questo piano invocava una rapida trasformazione della nostra pubblica amministrazione verso l’auspicata efficienza e modernizzazione. Ecco che per raggiungere questi obiettivi il piano Colao reputava fondamentale la costituzione e rafforzamento di un Middle Management pubblico nello specifico auspicava come le diverse amministrazioni avrebbero dovuto identificare le figure del Middle Management più suscettibile di beneficiare di interventi formativi di tipo manageriale il piano considerava come il Middle Management, soprattutto nel settore pubblico, fosse lo snodo chiave perché iniziative di modernizzazione e digitalizzazione abbiano successo alle competenze tecniche dei dipendenti e si dovevano affiancare competenze manageriali diffuse come è stato appunto appena sottolineato rilevato. Ebbene il comitato verificò anche come già esistessero quadri intermedi validi e facilmente profilabili come tali con interventi formativi ma spesso ignorati e non premiati.”
Per Ancora occorre dare uno spunto alla politica per capire quello che è già stato tentato e fatt o ma che non è ancora abbastanza, al fine di valorizzare valorizzare le figure professionali dei funzionari le amministrazioni che possano conferire agli stessi degli incarichi a termine di natura organizzativa o professionale, compensati con apposite indennità. Il personale che sarà inquadrato nell’area EP Elevate Professionalità, è previsto dalla normativa, il conferimento di incarichi deve essere stabilito dalla contrattazione come obbligatorio similmente a quanto accade per i dirigenti.
“Traspare la preoccupazione che senza un’adeguata interlocuzione della categoria dei quadri anche come soggetti contrattuali la loro specificità in ambito lavorativo tarderà a manifestarsi e a conservarsi. Ecco io ho voluto fare, diciamo, una cronistoria per quello che è stato tentato e fatto per non ripetere di nuovo, per la politica, gli stessi errori o forse anche perdite di tempo.”