Novembre 24

Libro del mese: Il valore non ha età

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IL VALORE NON HA ETA’

Ilaria Marchioni, Gaia Moretti, Giulia Tossici

Egea

pp.213 € 25,00

L’inclusione delle diversità (DEI), è il tema del momento. Una rivoluzione mossa da nobili propositi, purché non si trasformi in un’ideologia o in un mero adempimento o, peggio, in marketing travestito da impegno sociale. Sul DEI si è scritto molto. Tante le iniziative avviate nelle aziende.  Questo libro approfondisce il tema dell’ageismo sul quale la ricerca è sorprendentemente più ridotta rispetto, ad esempio, a quella sul genere, non per questo  meno importante. In primo luogo perché l’età è l’unica “diversità” che ci riguarda tutti. Problema avvertito ancora di più oggi che le organizzazioni devono vedersela con ben quattro generazioni (Baby Bomber, X , Millennial e Z) mosse da un divario di valori, aspettative, stili di vita, modi di pensare e relazionarsi che rendono difficile farle lavorare insieme proficuamente.

Tre autrici di “diversa” formazione hanno scritto un libro pregevole, ricco di spunti su cui riflettere. Si parte da un’accurata radiografia psico-sociale su cosa distingue queste quattro generazioni, da quale retroterra culturale vengono, da come ciascuna rappresenti “un mondo a sé”, e da come il passaggio dall’analogico al digitale abbia influito profondamente sulle strutture cognitive e sensoriali soprattutto della Generazione Z (nati fra il ’97 e il 2010) che non ha esperienza di come fosse il mondo nell’era analogica, e come questo abbia plasmato il modo di essere e di vivere, privandoli di un passato con cui oggi faticano a confrontarsi. Dopotutto la rivoluzione digitale non è stata una semplice evoluzione, ma un “salto quantico” che ha rivoluzionato abitudini, modi di pensare e la vita stessa, fuori dentro e le aziende.

Di conseguenza i pregiudizi dei meno giovani tendono a stigmatizzare gli Z come una generazione superficiale. “In realtà è solo diversa”. Passano facilmente da un ruolo all’altro e, altrettanto facilmente, cambiano lavoro. Sono creativi, capaci d’innovarsi, di muoversi rapidamente fra le diverse attività. Ma non altrettanto di entrare in merito alle proposte, di fare analisi minuziose. Forse ne sono anche capaci – ipotizzano le autrici – ma hanno modalità e tempi diversi da quelli chi li ha preceduti. Un diverso  accesso ai canali d’informazione. “Difficilmente uno Z aprirà un libro per cercare un riscontro, piuttosto farà una ricerca su internet” sapendo quali potrebbero essere le fonti affidabili.

Alla luce di tutte queste diversità, anche la rappresentazione dei valori e della mission aziendale dovrebbero trovare modalità diverse per ingaggiare persone con quarant’anni di differenza. Occorre anche un nuovo linguaggio per favorire il dialogo e nuove forme di comunicazione. tema più che mai avvertito. Lo dimostra il fatto che “Mai come oggi le aziende richiedono programmi e iniziative d’inclusione, laboratori di comunicazione intergenerazionali, per sciogliere i tanti nodi dell’incontro-scontro nei team fra persone di generazioni diverse”. Nel libro troverete anche una riflessione sui modelli di employee-experience intergenerazionale e sulle leve motivazionali (formazione e sviluppo, membership interna, regole d’ingaggio, work-life balance, benessere psicologico, e altre ancora) per coinvolgere in modo mirato le diverse fasce d’età affinché riescano a lavorare in modo sinergico.

Il libro ha un taglio sociologico ma anche un’impronta pragmatica che, oltre ad analizzare il fenomeno spiega come superare quel dilemma sino a ieri insormontabile, riassunto dal detto: “Se gioventù sapesse, se vecchiaia potesse”. Le autrici affermano che incontrarsi si può.

di Raul Alvarez partner Inalto

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