Cicero (Ancodis): nella scuola urge il riconoscimento per i middle manager
Grandi manovre nel comparto scuola per il nuovo CCNL Istruzione e Ricerca che il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha intenzione di rivedere portando cambiamenti significativi sia ai ruoli che alle condizioni economiche. Lo si legge nell’atto di indirizzo politico che sarà guida al nuovo contratto del personale scolastico. Aperture su alcuni strumenti che rendono la scuola più efficiente e con logiche di merito come la soppressione la figura del docente stabilmente incentivato, in favore di un sistema di incentivi nuovo, anche con platea aumentata dei beneficiari, che prevede valori annuali legati a funzioni specifiche ed un sistema di incentivi stabili su percorsi pluriennali.
Abbiamo chiesto a Rosalino Cicero, presidente di ANCODIS, associazione nazionale dei collaboratori dei dirigenti scolastici, una intervista per capire se il riconoscimento concreto in termini economici e giuridici per tutti questi lavoratori sarà parte del contratto e più in generale di parlarci della loro attività.
Per prima cosa le chiediamo di chiarirci il ruolo del collaboratore del dirigente scolastico e perché è definibile come un middle manager.
“Partiamo dalla mia esperienza che è significativa per comprendere il ruolo dei collaboratori dei dirigenti scolastici. Io sono un docente con le mie 18 ore di insegnamento e in aggiunta a questo lavoro a 14 anni sono primo collaboratore del mio dirigente, quello che una volta nella vecchia denominazione era chiamato vice preside
Il vicepreside non è riconosciuto nel contratto della scuola mentre il preside con la nuova normativa può individuare dei suoi collaboratori ai quali delegare dei compiti. Ecco io sono uno dei delegati e mi occupo di organizzazione e di funzionamento della comunità scolastica, quindi faccio la mia attività di docenza in aula e senza esonero in aggiunta alle ore di insegnamento e senza un tempo contrattuale svolgo anche l’attività e che impegna molto e che è molto complessa. Immaginare che una scuola funzioni con attività banali è un errore, ogni istituto scolastico che è una comunità complessa con oltre 100 unità di personale docente più i non docenti e con le problematiche e la burocrazia è molto complicato. L’associazione ANCODIS è nata nel settembre del 206 quando un gruppo di docenti di Palermo che erano in contatto per attività scolastiche hanno deciso di creare una associazione che si occupasse del tema del ruolo del collaboratore del dirigente scolastico. Fino ad allora le figure professioni del dirigenti erano rappresentate da più di una associazione, le figure professionali dei DSGA anche loro erano rappresentate da più associazioni mentre i collaboratori dei dirigenti scolastici non avevano alcuna rappresentanza. Dalle prime riunioni abbiamo capito che l’interesse sul tema era molto alto e condiviso, da li l’avventura associativa è partita prima in Sicilia poi nel resto d’Italia. Un articolo su La Repubblica ci ha fatto conoscere allargando la platea dei nostri stakeholder e l’associazione ha iniziato ad avere iscritti in tutta Italia.”
Oggi quali sono le vostre azioni ed a chi vi rivolgete nella scuola?
“Abbiamo messo a disposizione di figure professionali che non erano rappresentate e che hanno trovato in ANCODIS una casa per interessi professionali comuni. Abbiamo da subito l’idea di avere struttura nazionale e intendiamo rivolgerci a tutti coloro che hanno ruolo di collaboratore scolastico del dirigente, in termini numerici siamo circa 700 iscritti oscillando per ogni anno scolastico in relazione a chi ha incarichi di collaborazione nell’anno scolastico”
Quale è la platea potenziale di middle manager nella scuola a suo avviso?
“Noi pensiamo che possano essere configurabili in questa area le figure che siano strutturate in collaboratori del dirigente, di solito almeno due, poi tutte le funzioni strumentali che sono figure giuridicamente previste nell’ordinamento scolastico, abbiamo poi i responsabili di plesso, che molto spesso copre funzioni al posto del dirigente scolastico nel plesso come le attività di rappresentanza con le autorità locali, le attività operative. Ancora l’animatore digitale e le nuove figure che da questa anno il ministero ha voluto come il docente tutor ed il docente orientatore, infine il tutor dei neo ammessi che segue l’attività di insegnamento di un docente neo immesso anche questa figura è di norma. Si tratta in tutti i casi di docenti che hanno incarichi aggiuntivi non determinati temporalmente nel tempo e dato che nella scuola italiana non esiste il livello intermedio, è affidato ai docenti la gestione dei carichi di lavoro aggiuntivi e che son fondamentali per la gestione del singolo istituto. C’è quindi obiettivamente un problema che non di ANCODIS vogliamo fare in modo che sia visibile nel contratto. Se questi docenti si rifiutassero di compiere un lavoro aggiuntivo, che oggi non è valorizzato, la scuola non potrebbe portare avanti il progetto formativo. Non abbiamo nulla in più, ne per la carriera ne per il ruolo professionale svolto se non per il minimo riconoscimento economico, tra l’altro sempre più ridotto, determinato in sede di contrattazione di istituto ed i dirigenti sono costretti a pensare da budget sempre più ridotti per compensare il nostro lavoro.”
Un ruolo fondamentale di cui anche la dirigenza si beneficia, lei crede?
“Io dico sempre: abbiamo un capitano, c’è un commissario tecnico e c’è una squadra che io chiamo la squadra dell’autonomia, una squadra che consente per l’anno scolastico di portare avanti il progetto educativo. Noi facciamo un lavoro importantissimo, ma non siamo soli, senza avere nulla in più. Chiediamo che questo lavoro aggiuntivo venga riconosciuto nella nostra carriera docenti, i lettori devono sapere che nella scuola si va avanti per anzianità, si guadagna un po di più man mano che la mia anzianità aumenta, mentre se questo lavoro aggiuntivo producesse un upgrade di carriera sarebbe anche il giusto compenso per il carico di lavoro. Siamo persone che viviamo la scuola e non di suola.”
Quale è il rapporto e con che livello di collaborazione con il Ministero attualmente?
“Abbiamo avuto una proficua interlocuzione con la ministra Lucia Azzolina, che come docente era molto pratica e conosceva anche tecnicamente i temi che portavamo sui tavoli ministeriali e la nostra azione tanto è vero che nell’atto di indirizzo del 2021 al punto 5 aveva indicato l’introduzione nel sistema scolastico italiano del middle management, purtroppo alla caduta del governo questa proposta non ha avuto seguito. Ora il ministro Valditara, da quello che apprendiamo dalla stampa, sia aprendo al middle management. Ancodis ha siglato un accordo con Anief, il sindacato di categoria dei docenti rappresentativo, che ha preso in carico le posizioni di Ancodis. saremo quindi presenti con delega al middle management con Anief mentre gli altri sindacati, in particolare CISL ma per certi versi anche la CGIL, hanno mostrato interesse ai temi da noi portati, ci hanno ascoltato ma non abbiamo mai letto un documento ne da parte sindacale ne per i loro rappresentanti al vertice da qui la scelta di siglare un accordo autonomo e abbiamo quindi una rappresentanza sindacale. Vogliamo essere una presenza alimentando il tema della riconoscibilità del middle management nel sistema scolastico italiano, spingendo verso una crescita di carriera che comprenda l’insegnamento e l’attività di sistema che nella scuola italiana sarebbe una novità per portare il livello intermedio, quello della vita di governance della scuola, debba diventare obbligatorio per la possibilità poi di arrivare su concorso alla dirigenza scolastica. Privilegiare chi si impegna nella scuola con attività di management debba essere privilegiato nella progressione di carriera”
Oltre alla rappresentanza vi occupate anche di formazione?
“Per Ancodis la formazione è sempre stata una delle azioni importanti per la crescita della professionalità del docente, ci sono colleghi che scelgono di fare solo il docente e docenti che vogliono impegnarsi nella scuola, la formazione deve diventare obbligatoria per le funzioni strumentali nella scuola”