Dicembre 24

Ispezioni: nuovo decreto sul “rischio basso”

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SEDE ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO INL

SEDE ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO INL

In vigore da agosto il decreto legislativo n. 103/2024, in attuazione della “legge annuale per il mercato e la concorrenza” approvata dall’esecutivo di Mario Draghi e intitolato “Semplificazione dei controlli sulle attività economiche”. Alla base dell’operazione è il principio della “fiducia nell’azione legittima, trasparente e corretta delle amministrazioni”, nonché della “efficacia, efficienza e proporzionalità”, con l’impegno a minimizzare le richieste documentali “secondo il criterio del minimo sacrificio organizzativo per il soggetto controllato“. In un Paese dove i controlli trovano irregolarità in tre aziende su quattro, la dichiarazione d’intenti dell’articolo 5 ha già fatto arrabbiare molti. Ma non è tutto, dalla possibilità di evitare le multe agli avvertimenti prima delle ispezioni, mentre l’Inail comunica nuovi dati: 469 morti sul lavoro nel primo semestre del 2024, in aumento del 4,2% rispetto al 2023.
Le ispezioni vengono svolte dai funzionari dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro – INL, e si compongono di tre fasi principali: una fase di identificazione, un esame della documentazione dell’Azienda e infine un sopralluogo materiale per verificare la sicurezza negli ambienti di lavoro. Gli accertamenti ispettivi vengono svolti da organi specifici ed hanno l’obiettivo di verificare che i diritti dei lavoratori vengano tutelati correttamente, assicurandosi che il Datore di Lavoro rispetti tutte le normative necessarie. L’Ispettorato Nazionale del lavoro nasce nel 2015 come agenzia del Governo italiano con l’obiettivo di convogliare a se tutte le funzioni di vigilanza sul lavoro che prima erano svolte in parte da INPS, INAIL e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Oggi le cause che possono determinare un’ispezione sul lavoro sono diverse, non necessariamente sono determinate da una segnalazione da parte di un lavoratore, anche se nella maggior parte dei casi sono precedute da sospetti dell’Ispettorato del Lavoro. Secodno la normativa vigente un’ispezione può verificarsi a seguito di controlli a tappeto sul territorio o su un determinato settore di aziende o per iniziativa autonoma dell’Ispettorato del Lavoro e ancora per richiesta di intervento da parte dei sindacati o del singolo lavoratore (ad esempio causa lavoro in nero).
Il comma 8 dell’articolo 5 del decreto pubblicato il 2 agosto si legge che “in attuazione del principio di trasparenza, salvo che ricorrano i casi di cui al comma 3 o motivi di urgenza del controllo o esigenze di ricorrere ad accessi ispettivi imprevisti o senza preavviso, l’amministrazione fornisce in formato elettronico, almeno dieci giorni prima del previsto accesso presso i locali dell’attività economica, l’elenco della documentazione necessaria alla verifica ispettiva”. Siccome il decreto riguarda qualunque tipo di controllo amministrativo “per la verifica del rispetto di regole poste a tutela di un interesse pubblico da parte di operatori che svolgono un’attività economica”, la visione legislativa è che dall’ispettorato si debba dover avvisare le aziende da ispezionare vanificando così il potere deterrente dei controlli. Poiché letta così la norma aveva un significato che andava anche oltre la scelta del legislatore i chiarimenti sono arrivati subito da parte delle amministrazioni con compiti ispettivi.
Nella circolare dell’Ispettorato nazionale del lavoro (INL) del 31 luglio si legge che “non appare invece sostanzialmente applicabile agli accertamenti di competenza dell’Ispettorato nazionale del lavoro la previsione secondo cui le amministrazioni sono tenute a fornire, prima di un accesso nei locali aziendali, “l’elenco della documentazione necessaria alla verifica ispettiva””. E questo perché da tale obbligo sarebbero esonerate “tutte le iniziative avviate dalle amministrazioni che hanno esigenze di ricorrere ad accessi ispettivi “imprevisti o senza preavviso””. Certo, era meglio non dover ricorrere alle circolari. “È una norma talmente assurda che è stato necessario un riferimento specifico nelle linee operative”, commentano col Fatto alcuni ispettori, non solo nell’INL, come riporta il Fatto Quotidiano.

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