Ottobre 24

Diritto alla disconnessione: arriva la proposta di legge per regolarlo

0

Il telelavoro, o smart working, è in continua crescita in Italia, soprattutto a seguito della pandemia, che ha spinto molte aziende a riorganizzare le modalità di lavoro. Nel 2023, circa 3,6 milioni di lavoratori italiani sono stati coinvolti in progetti di smart working, con previsioni di ulteriore aumento per il 2024. Tuttavia, il suo sviluppo rimane irregolare tra grandi imprese, piccole e medie imprese (PMI) e pubblica amministrazione (PA).

Le grandi aziende sono quelle che hanno adottato più diffusamente lo smart working, con il 52% di esse che hanno raggiunto una “maturità” in termini di autonomia e flessibilità lavorativa. Le PMI e la PA, invece, sono più lente nell’implementare queste pratiche, con solo il 16% delle PA e il 15% delle PMI che offrono un modello di smart working ben strutturato.

La pandemia ha spinto molte imprese a dotarsi di tecnologie per facilitare il lavoro da remoto, ma permangono barriere culturali e organizzative, specialmente nelle realtà più piccole. Inoltre, nel 2023 si sono sperimentate nuove forme di flessibilità, come la “settimana corta” o il “temporary distant working” che consente di lavorare completamente da remoto per periodi estesi, anche dall’estero​.

Per regolare le modalità di disconnessione del lavoratore durante una attività in telelavoro è stata depositata una proposta di legge alla Camera da parte di alcuni esponenti del Pd. “La proposta di legge – Lavoro, poi stacco – intende promuovere una nuova cultura del lavoro che rispetti il tempo dentro e al di fuori dell’ufficio, tutelando i lavoratori e aumentando la produttività delle imprese, migliorando così la vita delle persone” ha affermato alla presentazione pubblica della proposta di legge il deputato Pd e primo firmatario Arturo Scotto.

Il diritto alla disconnessione è il diritto dei lavoratori di non essere reperibili o di non rispondere a chiamate, email o altre comunicazioni di lavoro al di fuori dell’orario lavorativo ufficiale. Questo diritto è nato in risposta alla crescente diffusione del lavoro digitale e del telelavoro, che hanno sfumato i confini tra vita lavorativa e personale.

Il tema è diventato sempre più rilevante durante e dopo la pandemia di COVID-19, quando il telelavoro si è diffuso massicciamente. Anche a livello europeo, la Direttiva sul diritto alla disconnessione è stata discussa per promuovere normative uniformi tra i vari Stati membri, garantendo che i lavoratori non siano costantemente connessi. Tuttavia, nonostante il quadro normativo, la sua applicazione pratica dipende molto dalla cultura aziendale e dall’accordo tra dipendente e datore di lavoro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *