Retribuzioni: in Italia i salari tra i più bassi d’Europa
Per oltre sei italiani su dieci, lo stipendio è il fattore determinante nella scelta e permanenza in un’organizzazione, risultando anche la principale ragione per lasciare un’azienda. Tuttavia, attualmente meno di tre dipendenti su dieci (27,8%) si dichiarano soddisfatti del proprio pacchetto retributivo, mentre la maggioranza si rivela insoddisfatta (31,9%) o neutrale (33,9%).
Questi sono alcuni dei risultati di un’indagine internazionale condotta dal fornitore europeo di soluzioni HR SD Worx su oltre 5.000 aziende e 18.000 dipendenti in 18 Paesi europei.
Lo stipendio non è più l’unico fattore attrattivo di un impiego. Per gli italiani, lo stipendio rimane il fattore attrattivo più importante (64,1%). Tuttavia, la sicurezza e la stabilità finanziaria del lavoro sono al secondo posto, seguite da una buona atmosfera lavorativa e buoni colleghi.
Solo il 26,5% degli italiani considera lo stipendio fisso come l’elemento più apprezzabile del pacchetto retributivo. Il 41,8% preferisce i buoni pasto, il 36,1% gli orari di lavoro flessibili e il 31,2% la copertura delle spese per il carburante.
In media, i dipendenti europei ricevono sette diversi tipi di ricompensa. Belgio, Slovenia e Polonia sono in testa con nove tipi di retribuzione, mentre Italia, Spagna e Danimarca registrano il numero più basso (5 e 6 tipi). Le forme di retribuzione più comuni sono uno stipendio fisso (80,6%), orari di lavoro flessibili (50,3%) e giornate di studio o formazione (39,4%). Un quarto (24,5%) riceve un salario variabile.
Più di un terzo dei dipendenti italiani (36,7%) ritiene che il proprio pacchetto retributivo sia adeguato rispetto agli stipendi di mercato, mentre il 29,3% è neutrale. All’interno della stessa azienda, il 38,1% considera il proprio stipendio equo rispetto a quello dei colleghi, con il 29,1% neutrale.
Qual è il giudizio dei lavoratori italiani sulle policy retributive delle proprie aziende?
Tre dipendenti su dieci (30,3%) ritengono che la loro organizzazione comunichi adeguatamente la politica retributiva e le eventuali modifiche, mentre lo stesso numero è soddisfatto della trasparenza, con dati inferiori alla media europea del 37%.
“È essenziale che le aziende riflettano attentamente sulla propria politica retributiva. Tuttavia, solo la metà delle organizzazioni europee dispone di un piano retributivo strategico”, afferma Bert De Vriendt, Country Leader di SD Worx Italia. “La retribuzione rimane cruciale nella scelta del datore di lavoro e gioca un ruolo significativo nella motivazione e soddisfazione. Assistiamo a una crescente personalizzazione del rapporto datore di lavoro/dipendente. È importante adattare la politica retributiva alle esigenze specifiche di ciascun dipendente. Attualmente, solo il 17% dei dipendenti italiani può definire il proprio pacchetto retributivo, mentre il 50% desidera un piano più flessibile”.
Secondo SD Worx, comunicare chiaramente il pacchetto retributivo è fondamentale, poiché se i dipendenti non ne comprendono i dettagli, non possono valutarlo correttamente. La ricerca di SD Worx evidenzia che solo un quarto delle organizzazioni europee offre una dichiarazione completa della compensazione, il che significa che quattro dipendenti su dieci non ricevono una chiara panoramica del loro pacchetto retributivo.
“La retribuzione non è solo denaro o beni materiali”, continua De Vriendt. “Per i dipendenti contano anche elementi come la flessibilità dell’orario di lavoro e un’atmosfera piacevole. Mi piace chiamarlo l’ABC di una politica retributiva: Atmosfera, Benefici e Compenso. Il denaro o i benefici aggiunti non sono le uniche ragioni per cui le persone scelgono o rimangono in un’organizzazione”.
Infine, la ricerca evidenzia che i desideri di compensazione dei dipendenti non vanno dati per scontati, poiché le preferenze spesso non corrispondono a quanto ricevono. Ad esempio, sebbene le giornate di studio e formazione siano spesso offerte, risultano al tredicesimo posto nella lista dei desideri dei dipendenti italiani, citate dal solo 12,7%. Al contrario, i contributi per le spese di carburante e mobilità, richiesti dal 31,2%, vengono forniti solo al 18%.
“Tuttavia, le ricerche dimostrano che le opportunità di sviluppo possono essere un importante incentivo per i dipendenti”, afferma De Vriendt. “Pertanto, è particolarmente importante che le aziende offrano la formazione nel modo giusto. Anche in questo caso, è bene personalizzare la formazione in base alle esigenze specifiche dei dipendenti”.