Ottobre 24

Stress lavoro correlato: continuano le sentenze favorevoli ai lavoratori

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Lo stress lavoro-correlato si manifesta quando le richieste e le pressioni dell’ambiente di lavoro superano la capacità del lavoratore di gestirle. Questa condizione emerge quando una persona non riesce a fronteggiare le esigenze lavorative o percepisce che le risorse a sua disposizione (tempo, competenze, supporto) siano insufficienti. Sebbene non sia una malattia, lo stress lavoro-correlato può causare gravi problemi fisici, psicologici e comportamentali. Questo accade soprattutto quando le richieste lavorative superano le capacità e risorse del lavoratore, e quando c’è scarso controllo su modalità e tempi di lavoro, ambiente e condizioni sfavorevoli come rumore, illuminazione insufficiente, temperature estreme, mancanza di chiarezza sui compiti, ruoli con aspettative contrastanti, relazioni conflittuali con colleghi o superiori, e mancanza di supporto sociale. Inoltre, l’insicurezza lavorativa può generare elevate preoccupazioni riguardanti il mantenimento del posto di lavoro, instabilità economica o precarietà contrattuale.

In Italia, lo stress lavoro-correlato è riconosciuto come un rischio lavorativo e deve essere gestito nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro, come stabilito dal Decreto Legislativo 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro). Questo decreto impone al datore di lavoro di valutare i rischi psicosociali legati allo stress nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e di implementare misure preventive e correttive per ridurre o eliminare le fonti di stress lavorativo.

La prevenzione e la gestione dello stress lavoro-correlato richiedono un approccio integrato che coinvolga sia il datore di lavoro che i lavoratori. Sempre più spesso, il danno da stress lavoro-correlato porta al risarcimento del danno al lavoratore anche senza la configurazione di mobbing. È il caso di una recente sentenza del Tribunale di Rimini, che ha accertato la responsabilità contrattuale del datore di lavoro per violazione dell’art. 2087 c.c. per lo stress psico-fisico causato al lavoratore, indipendentemente dalla configurazione di mobbing. Secondo il Giudice, anche se le diverse condotte non si qualificano come mobbing e non sono unite da un fine persecutorio, possono comunque essere considerate vessatorie e lesive dei diritti fondamentali del lavoratore costituzionalmente tutelati, dando diritto al risarcimento del danno.

La gestione dello stress lavoro-correlato è cruciale non solo per il benessere dei lavoratori, ma anche per migliorare la produttività e ridurre l’assenteismo. Un ambiente di lavoro sano e un’efficace organizzazione del lavoro sono elementi fondamentali per prevenire e mitigare gli effetti dello stress sul lavoro.

Tribunale di Rimini, 18 luglio – 5 agosto 2024

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