Gennaio 25

Donne dell’Arte: mostre declinate al femminile – parte seconda

Mudek

Continuiamo il nostro excursus nel mondo dell’arte declinata al femminile con altre due mostre che puntano i riflettori sul XX secolo, in cui la presenza delle donne offre spunti sempre più rivoluzionari, con una prospettiva tecnico/esecutiva che va oltre l’espressività tradizionale dei secoli precedenti, dove Arte-Storia-Cultura si influenzano a vicenda in un connubio altamente creativo.

Partiamo da NIKI DE SAINT PHALLE, (Seine, 1930 – La Jolla, 2002): artista famosa e oggetto di numerose retrospettive nel mondo negli ultimi dieci anni. Nonostante sia stata, quindi, una delle protagoniste assolute della scena artistica d’avanguardia degli anni Sessanta e Settanta in Europa e negli Stati Uniti, non aveva ancora avuto l’occasione, in Italia, di essere riconosciuta come una delle grandi artiste del XX secolo. Per questo, la mostra milanese, al MUDEC,  è la prima retrospettiva antologica completa organizzata in un museo italiano che celebra l’artista franco-americana, ricostruendone la carriera poliedrica (fu pittrice, scultrice, performer e regista), dagli inizi fino agli ultimi lavori, evidenziando la grande vitalità delle sue opere, su tutte le grandi e colorate sculture polimorfe Nanas, il cui senso di gioiosità contrasta con una biografia segnata da gravi dolori, perché proprio nella pittura  Niki di Saint Phalle individua una dimensione terapeutica e un’occasione di espressione personale, tanto da decidere di dedicarsi completamente all’arte dopo le esperienze nel mondo della letteratura, del teatro e della moda. Conosce così i massimi esponenti del Nouveau Realisme tra cui Jean Tinguely, che nel 1971 diventa suo marito e con cui realizza alcuni dei suoi progetti più originali come la Fontana Stravinsky di Parigi e il Giardino dei Tarocchi di Gararavicchio, il sorprendente e colorato parco artistico, nel comune di Capalbio, ispirato al Parco Guell di Gaudí e al Giardino di Bomarzo.

Strutturato in otto sezioni, il percorso espositivo, a cura della critica d’arte Lucia Pesapane, che ha allestito numerose mostre e retrospettive su Niki de Saint Phalle in tutto il mondo, in collaborazione con la Niki Charitable Art Foundation, propone 110 opere, di cui una decina di grandi dimensioni, oltre a una elegante selezione di vestiti della Maison Dior, che ricordano anche il suo passato di modella: nei bellissimi scatti fotografici che la ritraggono e che, contemporaneamente, raccontano al pubblico una visione personale molto “pop” dell’arte, intesa come percorso verso l’affermazione del femminile, si restituiscono l’ampiezza degli interessi e delle forme di espressione provate dall’artista. Vissuta in un’epoca di grandi cambiamenti sociali e artistici, dal movimento femminista degli anni ’60 e ’70 al Nouveau réalisme di cui fu protagonista, è stata una delle artiste che maggiormente ha sfidato gli stereotipi di genere attraverso l’arte, esprimendo la propria identità attraverso la femminilità, la sensualità e l’amore per la vita come creazione:. Niki de Saint Phalle, ‘donna e artista’, come amava definirsi, sfugge a una definizione univoca, le sue opere monumentali si intrecciano con una riflessione più personale e a volte struggente: da un lato, è vista come una celebrità indipendente e orgogliosa della sua arte, dall’altro, la sua fragilità fisica e le numerose disuguaglianze e discriminazioni sociali a cui ha assistito nel corso della vita, ne fanno emergere la sua umanità e sensibilità nei confronti dei più fragili, rivelando, in una diversa lettura, il lato più impegnato della sua opera.

Quando: 05 Ottobre 2024 – 16 Febbraio 2025

Dove: MUDEC – Museo delle Culture – Via Tortona 56, Milano – http://mudec.it

Orari: Lunedì 14.30 – 19.30 Martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9.30 – 19.30 Giovedì – sabato 9.30 – 22.30

La seconda mostra che vi proponiamo è quella di Helen Frankenthaler – Dipingere senza regole . Dal 27 settembre 2024 al 26 gennaio 2025, la Fondazione Palazzo Strozzi presenta la grande mostra che celebra una delle artiste più importanti del XX secolo, la cui rivoluzionaria ricerca nella pittura è esplorata attraverso opere della sua produzione tra il 1953 e il 2002, in dialogo con dipinti e sculture di artisti contemporanei, tra cui Jackson Pollock, Morris Louis, Robert Motherwell, Kenneth Noland, Mark Rothko, David Smith, Anthony Caro e Anne Truitt. Nata a New York, Helen Frankenthaler (1928-2011) compie i suoi studi artistici con Paul Feeley al Bennington College, prima di tornare a Manhattan, dove si avvicina all’arte astratta. All’inizio degli anni Cinquanta entra in contatto con gli esponenti della Scuola di New York e a figure chiave dell’arte americana del dopoguerra, sviluppando rapporti di amicizia e di lavoro. Presto si trova circondata da artisti che condividono con lei un forte impegno nella sperimentazione, alcuni diventano amici con cui partecipa a studio visit, scambia intense corrispondenze e confronti di opinioni, oltre a collezionarne le opere, che espone nella sua casa di Manhattan. Helen Frankenthaler – Dipingere senza regole, organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e dalla Helen Frankenthaler Foundation e curata da Douglas Dreishpoon, direttore dell’Helen Frankenthaler Catalogue Raisonné, mira a esaltare la pratica innovativa di questa artista anche attraverso il filtro delle affinità, delle influenze e amicizie che hanno segnato la sua vita personale e creativa. Attraverso grandi tele e sculture di Frankenthaler e numerose opere di altri artisti, il progetto si pone come una delle più importanti rassegne mai dedicate all’artista in Europa e la più completa rassegna del suo lavoro finora realizzata in Italia, con prestiti, oltre che dalla Helen Frankenthaler Foundation di New York, da celebri musei e collezioni internazionali quali il Metropolitan Museum of Art di New York, la Tate Modern di Londra, il Buffalo AKG Art Museum, la National Gallery of Art di Washington, la ASOM Collection e la Collezione Levett. Con la sua innovativa tecnica soak-stain (imbibizione a macchia), Frankenthaler ha segnato in modo indelebile l’evoluzione della pittura moderna, nel segno di un nuovo rapporto tra colore, spazio e forma. La tecnica prevedeva, infatti, l’applicazione di vernice diluita distesa orizzontalmente su tele non trattate, creando effetti simili a quelli dell’acquerello, ma su larga scala e con colori a olio: l’artista applicava la vernice con pennelli o spugne, o direttamente da secchi, lasciando che si espandesse e si mescolasse in modo naturale, creando interazioni cromatiche uniche, segnate da transizioni sfumate e sovrapposizioni traslucide. L’esposizione vuole celebrare, quindi, un’artista che ha sfidato le convenzioni e allargato i confini della pittura con una visione audace e intuitiva che ha infranto le norme tradizionali, distinguendosi, infatti, per una capacità unica di combinare astrazione e poesia, tecnica e immaginazione, controllo e improvvisazione, espandendo la sua pratica al di là dei canoni stabiliti, alla ricerca di una nuova libertà nella pittura. La mostra è strutturata cronologicamente, ripercorre, così, lo sviluppo della pratica creativa di Frankenthaler ed ogni sala è dedicata a un decennio della sua produzione dagli anni ’50 ai primi anni Duemila: le sue innovazioni artistiche, accostate a dipinti, sculture e opere su carta di artisti a lei contemporanei, permettono di mettere in luce le sinergie e le affinità tra tutti gli autori; nel percorso della mostra, infine, le opere degli anni Ottanta, Novanta e Duemila sono la testimonianza di un’artista che non ha mai smesso di infrangere le regole per esplorare nuovi modi di fare arte.

Quando: Dal 27 settembre 2024 al 26 gennaio 2025

Dove: Palazzo Strozzi, Piazza degli Strozzi, Firenze –  http://www.palazzostrozzi.org

Orari: tutti i giorni 10.00-20.00 – Giovedì fino alle 23.00