Marzo 25

Taglio IRPEF: i riflessi sulla pensione

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Cosa accadrà alla pensione se passa la linea del taglio IRPEF del ceto medio? Cosa cambierebbe sulle pensioni con il ritocco dell’IRPEF al 33% per il secondo scaglione?

Un approfondito articolo scritto da Giacomo Mazzarella per Investire Oggi, autorevole quotidiano indipendente, ha suscitato particolare interesse nella nostra redazione grazie alla chiarezza con cui analizza le possibili conseguenze di un eventuale abbassamento dell’IRPEF, l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Si tratta di un tema attualmente al centro del dibattito politico nelle stanze governative, dove il governo sta considerando una revisione di questa imposta. Qualora tale intervento venisse approvato, esso potrebbe portare direttamente a un aumento della pensione netta percepita dai pensionati, con alcuni di loro che potrebbero vedere un miglioramento concreto delle proprie entrate mensili. Da notare, tuttavia, che il dibattito potrebbe concentrarsi sul fatto che i maggiori benefici di tale riduzione sembrano destinati principalmente ai pensionati con redditi medio-alti. Resta comunque interessante approfondire quali potrebbero essere gli effetti tangibili di un simile cambiamento fiscale e l’impatto che avrebbe sulla popolazione.

Il taglio dell’IRPEF, di cui si parla da tempo ma che non è stato introdotto nella recente Legge di Bilancio per carenza di risorse, riguarda proprio il cosiddetto ceto medio. Dopo la recente riforma che ha ridotto gli scaglioni IRPEF da cinque a tre, il secondo scaglione comprende coloro che dichiarano redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro l’anno. È proprio su questo scaglione che il governo vuole intervenire.
Attualmente, sui redditi tra 28.000 e 50.000 euro l’IRPEF è pari al 35%. La proposta è di abbassare tale aliquota di due punti percentuali, portandola al 33%.

Di conseguenza, è chiaro che i pensionati e tutti coloro che dichiarano redditi superiori a 28.000 euro vedranno un incremento della pensione netta pari al 2% sulla quota di reddito compresa in questo scaglione.
In pratica, nessuna variazione interesserà i pensionati con redditi più bassi. Per queste fasce, infatti, l’aliquota IRPEF del 23% rimarrà invariata. Di conseguenza, non sono previste novità per chi percepisce pensioni inferiori a 28.000 euro l’anno. Gli aumenti della pensione netta riguarderanno esclusivamente i pensionati con redditi più elevati.
Le prime stime indicano che l’incremento potrebbe arrivare fino a 1.440 euro all’anno. Questo grazie alla riduzione di due punti percentuali e alla possibile modifica del limite superiore del secondo scaglione, che il governo sta valutando di innalzare da 50.000 a 60.000 euro annui.