Auto aziendale per usi privati: attenti ai rischi
Una volta era uno status symbol, adesso è un elemento di attrazione dei talenti, per i Quadri uno strumento di lavoro. L’auto aziendale concessa ai Quadri è una realtà che va conosciuta nelle regole e nei rischi soprattutto quando all’uso prettamente lavorativo si accompagna l’utilizzo personale.
L’utilizzo dell’auto aziendale rientra nei beni messi a disposizione del Quadro per il lavoro (come il PC, lo smartphone ecc ma ha contenuti anche di gratificazione quando si accompagna all’uso personale, è bene conoscere cosa può succedere quando la vettura viene impiegata per scopi personali?
Lo spunto per questo articolo è una recente pronuncia della Cassazione che evidenzia le possibili conseguenze legali e i rischi derivanti dall’impiego dell’auto aziendale per uso privato e improprio, nel caso che analizziamo quando il dipendente addebita all’azienda le spese per la benzina.
La Corte di Cassazione è intervenuta in un caso di licenziamento confermandone la legittimità per giusta causa, quando c’è una sproporzione tra la spesa dichiarata per i rifornimenti di carburante e i chilometri effettivamente percorsi dall’auto aziendale. Importante questa sentenza non perchè i giudici sono entrati nel merito dei chilometri percorsi ma per il fatto che dal calcolo del consumo medio della vettura è emerso che l’azienda aveva potuto contestare l’uso del denaro aziendale per scopi diversi da quelli inerenti all’esecuzione della prestazione lavorativa.
Siamo quindi in un terreno dove è facile sovrapporre il diritto concesso al dipendente di usare l’auto con l’obbligo di effettuare rimborso delle spese solo per i consumi relativi alla parte “lavorativa” dell’uso dell’auto. Quindi l’impiego del denaro aziendale per scopi privati costituisce un grave illecito tale da integrare una giusta causa di licenziamento.
Un Quadro che usufruisce dell’auto aziendale deve conoscere gli aspetti delal corretta gestione e massima trasparenza per gestire e prevenire le possibili conseguenze disciplinari derivanti dall’uso improprio delle vettura assegnata. vanno annotati i chilometri registrati per gli utilizzi personali e quelli aziendali ed assicurarsi di addebitare solo le spese per l’utilizzo “lavorativo” e se si intravede nel regolamento interno una certa ambiguità utilizzare l’auto aziendale esclusivamente per scopi lavorativi.
Se la relazione con l’impresa è fondata sulla collaborazione e la trasparenza sarà opportuno richiedere un regolamento scritto e regole chiare sull’uso del veicolo.
Una ultima circostanza che abbiamo analizzato dall’applicazione della sentenza è dopo quanto tempo deve avvenire la contsìestazione che, ribadiamo, può arrivare al licenziamento. La Corte di Cassazione ha precisato che il datore di lavoro ha il potere, ma non l’obbligo, di controllare continuamente i propri dipendenti e di contestare immediatamente eventuali infrazioni. Pertanto, la tempestività della contestazione disciplinare deve essere valutata in relazione al momento in cui il datore ne abbia acquisito piena conoscenza, indipendentemente da quando si sia verificata l’infrazione ed è possibile quindi lasciare passare anche molto tempo dalla presentazione di una nota di rimborso all’applicazione della sanzione.