Dicembre 24

Libro del mese: Il congedo originale

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Il congedo originale

Sonia Malaspina e MariaLaura Agosta

ROIEDIZIONI 2023, pp.165 € 21.00

Perché leggerlo: per mettersi nei panni di tante persone costrette a vivere l’arrivo di un figlio, l’accudimento di un genitore anziano o di un disabile, come un peso per l’azienda e un rischio per il proprio posto di lavoro. Due manager di una multinazionale raccontano, avendolo vissuto sulla propria pelle, come superare i pregiudizi e una cultura non inclusiva con azioni di cura e vicinanza ai più fragili che umanizza il lavoro e ha un ritorno positivo sul business.

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Il libro si apre con una frase di Papa Francesco che prepara il lettore ad entrare con lo spirito giusto su un tema di grande attualità. “Penso anche, con tristezza, alle donne che sul lavoro vengono scoraggiate dall’avere figlio o devono nasconder la pancia. Com’è possibile che una donna debba provare vergogna per il dono più bello che la vita può offrire? Non la donna, ma la società deve vergognarsi, perché una società che non accoglie la vita smette di vivere” (Stati Generali della Natalità, 14 maggio, 2021).

 “Quando ho scoperto che stavo aspettando mia figlia” scrive Sonia Malaspina, una delle co-autrici del libro Direttrice Risorse Umane Italia e Grecia in Danone e parte del consiglio di amministrazione di Danone Italia, “è stato come tracciare una linea di demarcazione: da una parte vivevo la gioia infinita di diventare mamma, dall’altra combattevo con l’ansia di capire quanto sarebbe costata in termini di carriera la mia maternità sul posto di lavoro. Non volevo essere messa da parte o essere tagliata fuori dal ruolo che avevo conquistata con tanti sacrifici. Tutto attorno a me diceva che avevo fatto la mia scelta, e ne avrei pagato le conseguenze”. La sua paura è stata quella di tante donne che all’annuncio del lieto evento rischiano di sentirsi dire dal proprio capo: “Ha voluto un figlio? E allora che faccia la mamma!”. Quando la domanda da porsi secondo le autrici sarebbe invece: “Quanto valore può portare la genitorialità in azienda?”. Moltissimo. Dopotutto la genitorialità è un Master, se lo si dà il permesso di viverlo serenamente, e può attivare nel genitore competenze utili anche all’azienda (senso di responsabilità, ascolto ed empatia, controllo emotivo, resilienza) perché  la genitorialità è il banco di prova dell’ignoto dove s’impara strada facendo, e dove tutte le abilità (anche quelle che non sapevamo di possedere) vengono messe alla prova. Ed è proprio ciò che occorre ai lavoratori per gestire i cambiamenti che incalzano. Ma non tutti la pensano così, lo dimostra anche il fatto che nel 2020, guarda caso, su 42.000 dimissioni volontarie (Great resignation) di genitori con figli da zero a tre anni ha riguardato le donne, trattate come un peso che aggravava quelli già esistenti.

Malaspina si è battuta con tutte le sue forze, sostenuta in questa mission da donne energiche e volitive incontrate lungo il suo cammino, come Marialaura Agosta, HR, Internal Communication & Inclusive Diversity Manager, co-autrice del libro, e tante altre. Infine ha assunto incarichi sempre più prestigiosi che le hanno consentito di coinvolgere l’azienda nella sua policiy in 10 punti per un lavoro attento alla cura e al benessere delle persone e a trasferirle anche ad altre sedi di Danone nel mondo. “Regole semplici, e al tempo stesso rivoluzionarie, perché cambiano radicalmente il luogo di lavoro, lo umanizzano”.

Nella seconda parte il libro illustra i 4 pilastri per diffondere una solida ed efficace “cultura della cura” in azienda: 1) alleviare il carico di chi ricopre  il ruolo di cura fuori dal lavoro (figli piccoli, genitori anziani o disabili ecc.) o chi e costretto a lavorare da casa rischiando smarrimento e perdita d’identità professionale, mostrando vicinanza e sostegno concreto. “Più che di regolamenti e politiche si tratta di una semplice questione di sensibilità, di mettersi in ascolto dei propri collaboratori, specie dopo i rientro da un congedo”. È il pilastro psico-affettivo. C’è poi il pilastro del coraggio per cambiare una cultura aziendale disattenta a questi temi. “Se il coraggio e la vicinanza è ciò che serve per creare una vera cultura della cura, la determinazione nel perseguire la propria mission è l’elemento imprescindibile per passare dai propositi ai fatti”. Questo è il pilastro organizzativo. Infine, il pilastro economico, che dà concretezza e fattibilità ai migliori propositi. Se non c’è investimento non c’è crescita. Il lavoro del futuro – sostengono le autrici – diversamente da quanto sostiene l’Unione Europea, esiste già: è mettere al centro della strategia azienda benessere e cura delle persone, non fosse altro perché “abbiamo tutti bisogno di cura come, come la pandemia ci ha dimostrato perchè siamo interdipendenti e vulnerabili”.

Il congedo originale allude forse al “peccato originale” di tante aziende ancora oggi insensibili ai bisogni di chi, in congedo, porta su di sé paure e insicurezze per il posto di lavoro; aziende che considerano la maternità una minaccia per l’azienda. persone fatte sentire in colpa dai propri capi che pensano solo a come rimpiazzarle; una legislazione italiana indietro rispetto ad altri paesi europei; Il congedo originale è un libro appassionato e appassionante, privo di retorica, ricco di storie che aiutano a riflettere su cosa significa essere umani sul lavoro. Arricchito da voci femminili, portatrici di esperienze edificanti, con le quali confrontarsi, riflettere, dialogare.

Recensione di Raul Alvarez – partner INALTO

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