Libro del mese: Infocrazia
INFOCRAZIA
Byung Chul Ha
Einaudi
Pag.79, €12,50
Perché leggerlo: per scoprire le insidie di un mondo governato dall’Intelligenza Artificiale e da nuove forme di governo dal nome tanto criptico quanto inquietante di infocrazia.
Ieri i persuasori occulti nascondevano i messaggi subliminali per farli arrivare direttamente all’inconscio. Oggi sono più sofisticati: li rendono talmente trasparenti da risultare invisibili.
Nella “infocrazia”, neologismo coniato dal noto filosofo sud coreano Byung Chul, siamo ormai sottomessi al regime dell’informazione, pilotati da algoritmi e Intelligenze Artificiali che dominano i processi sociali, economici e politici. La sorveglianza e il dominio sulle persone si presenta oggi sotto forma di libertà, comunicazione diffusa e community. Ma è proprio quest’ illusione di libertà a garantire il dominio sulle masse. “Il potere neo-liberale – sostiene Byung Chul – si occulta dietro i proclami consumistici degli influencer, nei social, nella comodità dei motori di ricerca, nelle voci efficienti dei chabot o nella premurosa utilità delle app intelligenti”. Lo smartphone è un informatore efficiente. La smart home trasforma l’intero appartamento in una prigione digitale che protocolla minuziosamente le nostre vite. L’aspirapolvere intelligente risparmia la fatica delle pulizie, e intanto mappa l’intero appartamento e le nostre abitudini. L’infocrazia spazza via in un solo clic la democrazia dei partiti e s’appropria delle tecniche del potere neoliberale. La sorveglianza dei cittadini s’insinua nella quotidianità sotto forma di convenienza. Il potere repressivo di ieri cede il posto al potere smart di oggi che non ordina, ma sussurra; non comanda ma sospinge. E proprio per questo è più suadente e pervasivo. “Nell’infocrazia essere liberi – osserva Chul Ha – significa cliccare, mettere like e postare. Gli esseri umani sono declassati a “bestie da dati e consumo”.
Sono parole infuocate di un filosofo che solleva il velo oscuro della pseudo-libertà in cui oggi siamo immersi, assoggetti allo strapotere dei Big data; indotti all’autocelebrazione di sé sui social, spinti ad un onanismo solipsistico che suscita dipendenza e sostituisce il dialogo e il confronto dialettico di ieri con il monologo autoreferenziale di oggi. Siamo di fronte alla nascita di un totalitarismo dominato dai dati; dove le argomentazioni sono sostituite dagli algoritmi; dove “Non c’è spazio per l’individuo che agisce razionalmente”. La razionalità dei dati scalza la razionalità umana. Siamo apparentemente liberi ma incapaci di discutere perché “La razionalità digitale sostituisce l’apprendimento discorsivo con il Machine Learning”. Quale ruolo rimane alla politica? Quale spazio al confronto dialettico proprio delle democrazie?
È un mondo opaco, questo, dove le verità fattuali si dissolvono fagocitate da fake news, disinformazione e teorie complottiste. È il nuovo mondo della post-democrazia digitale che affida le decisioni socialmente rilevanti all’Intelligenza Artificiale e dove il pensiero critico è bandito. Infocrazia è un libro tanto duro, quanto necessario; una voce nel deserto che stride contro assoggettamento diffuso al politically correct; uno sguardo coraggioso e implacabile verso un mondo che si sta trasformando, e ci sta trasformando, senza accorgercene. È la voce di un libero pensatore che aggiorna le teorie di maître à penser del 900, come Michel Focault e Jürgen Habermas, e a partire da lì arriva laddove nessuna Intelligenza Artificiale potrà mai raggiungerlo. In settantanove densissime pagine riesce a dire tanto e a lasciare ancora di più; a invogliare la lettura e la rilettura per sedimentare la ricchezza del suo pensiero e squarciare il velo delle menzogne che ci circondano. Forse anche per questo Chul Han è oggi uno dei filosofi più letti e seguiti. E ancora una volta arriva a segno con un libro che risveglia le coscienze, come già i precedenti Le non cose e La società senza dolore, pubblicati entrambi da Einaudi.
Raul Alvarez – partner INALTO