Mattia Pari: FABI e il ruolo primario dei quadri nelle banche
Riportiamo l’intervento di Mattia Pari, segretario generale aggiunto FABI al convegno
“Nel settore del credito i quadri direttivi esistono e sono una importante realtà da un po’, si intuiva anche dagli interventi precedenti e dalla premessa introduttiva a questo convegno, è una storia molto lunga quella delle Alte professionalità o del manager intermedio all’interno del settore del credito. Già nei primi del 900 c’era di fatto questa figura che era un po’ più collegata alla figura chiamata allora del funzionario perché la funzione che svolgeva era la firma, sostanzialmente la firma in rappresentanza dell’azienda e quindi si chiamava funzionario, ecco da dove nasce il nome funzionario. Quindi troviamo già la figura di manager di fascia intermedia già sviluppato nel settore nei primi del 900, negli anni questa figura si è strutturata, già nel corso degli anni 40 i primi contratti collettivi di lavoro strutturano in maniera chiara questa figura tant’è che poi quando arrivò la legge e del 1985 nel settore del credito si pose il problema opposto, ci si chiese come questa figura dei quadri potesse essere conciliata con quella del funzionario che nel frattempo si era autodefinito, si decise di tenere entrambe le figure e insieme vissero sia la figura del funzionario che la figura del quadro direttivo. Questo è durato 15-20 anni fino a quando nel contratto del 1999, contratto importante per la storia della categoria, le due figure vennero unificate: i funzionari avevano un contratto a parte mentre per i quadri direttivi si scelse di mettere la contrattazione all’interno del contratto quadri impiegati e ausiliari, commessi. Nel 1999 invece la figura dei funzionari venne inglobata all’interno della categoria dei quadri prevedendo le figure più alte, oggi la categoria prevede quattro livelli, nel terzo e quarto livello furono accolti le figure dei funzionari che nel frattempo non erano passati nella categoria dei dirigenti, che invece avevano un contratto a parte. Quindi la storia del settore della figura del manager intermedio è profondamente radicata all’interno del settore, tant’è che se guardiamo i dati oggi i quadri direttivi all’interno del settore del credito nell’associazione Abi, quindi per le aziende, le banche iscritte all’associazione Abi. parliamo del 43% della forza lavoro mentre per le banche di Credito Cooperativo si tratta il 30%, però sono figure profondamente radicate all’interno del tutta la forza lavoro del settore un dato molto ma molto significativo che purtroppo, dico io, piuttosto coerente con quello che abbiamo visto anche nei dati generali, è
quello delle donne, le donne sono soltanto il 36,8 dei quadri direttivi presenti mel settore. Questo è un problema ancora più evidente visto che la categoria ha una sostanza ha le parità di genere, più o meno il 50% del personale si divide tra maschile e femminile, quindi è un dato ancora più evidente questa distinzione questi due dati, quindi il radicamento al 43% e la presenza delle donne soltanto al 36,8%, ci dicono sostanzialmente due cose la prima è il radicamento appunto dei quadri all’interno del comparto e la seconda è che c’è una questione di genere anche nel settore del credito. Svariati possono essere i motivi: il primo l’arrivo delle donne, non per responsabilità delle donne così ci capiamo subito, in ritardo all’interno del mondo della Finanza, che è un mondo che ha una cultura, e non è il solo nel panorama del lavoro italiano, purtroppo ancora profondamente patriarcale e che porta dentro di sé anche tutte le altre problematiche culturali che ci sono all’interno della società in cui viviamo sulla questione di genere e poi anche anche qua ritroviamo la stessa analisi che era stata fatta sul part-time. Se andiamo a vedere i part-time concessi all’interno del settore nel 99% sono donne, quindi si presume che sia per la cura domestica, la cura dei figli, siano le donne ad avere tuto il carico. Ancora c’è un problema strutturale enorme che coinvolge anche il settore del credito su chi gestisce i carichi di famiglia all’interno della famiglia stessa cioè, le donne, che quindi vengono poi penalizzate all’interno della della carriera e dei processi di carriera.
Il settore del credito ha subito profondi cambiamenti in questi anni, profondi cambiamenti, lo dico perché poi si collega con ragionamenti che faccio dopo in Europa, sono andati persi 486.000 posti di lavoro nel settore del credito, negli ultimi 15 anni sono state chiuse circa tra le 13 e le 14.000 filiali sul territorio che prevedevano nella stragrande maggioranza dei casi la presenza di quadri direttivi alla gestione di queste strutture e tutta questa ristrutturazione, che ha ridotto la forza lavoro, ha ridotto la presenza sul territorio e l’abbiamo gestita senza licenziamenti collettivi, senza utilizzare fondi pubblici, ma all’interno della contrattazione collettiva unitaria del settore, unitaria perché l’abbiamo fatta insieme, noi come sindacato autonomo di settore siamo i più rappresentativi storicamente dal 48 e i dati nel nostro settore sono certificati indipendentemente dalla legge o meno della rappresentanza da noi sono già certificati e siamo il sindacato più rappresentativo. Ma questi cambiamenti sono stati fatti e sono stati possibili perché li abbiamo fatti insieme costruendo sulle nostre diversità un qualcosa che tutelasse le persone, evitasse licenziamenti collettivi. Questo cambiamento forte che c’è stato all’interno del settore ha cambiato profondamente anche la distribuzione geografica, la presenza dei quadri direttivi a livello geografico, perché in alcuni territori c’è stata una scomparsa e c’è stata un accorpamento delle filiali invece in altri territori. Da un punto di vista geografico quindi la modificazione nel settore è avvenuta negli ultimi 15 anni ma l’abbiamo gestita insieme e l’abbiamo gestita in maniera intelligente e questa gestione ha fatto sì che all’interno del settore fossero poste una serie di questioni tipiche dei quadri direttivi, noi organizzazioni sindacali tutte all’interno del credito, tutte, rappresentiamo trasversalmente tutte le categorie che ci sono: impiegat, i quadri direttivi, i dirigenti in un contratto specifico ma rappresentiamo trasversalmente all’interno della categoria e i quadri direttivi e un po’ tutti i lavoratori hanno delle esigenze talmente specifiche che però dialogano con le esigenze della collettività. Vi faccio un esempio il tema delle pressioni commerciali; il tema delle pressioni commerciali che i lavoratori del settore subiscono bancario da parte delle aziende per la vendita dei prodotti finanziari e che abbiamo visto negli scandali bancari, ha visto tutte le organizzazioni sindacali presentarsi qua in Parlamento nella commissione di inchiesta parlamentare a raccontare che cos’era il fenomeno, quali fossero le pratiche commerciali e i quadri direttivi sono categorie particolarmente colpite perché all’interno del contratto si prevede che, per il ruolo che svolgono, debbano essere orientati al risultato e che anche il gruppo di lavoro che coordinano debba essere orientato a risultato e che la responsabilità delle verifiche di questi risultati sia loro. Allora nel momento in cui i risultati, per alcune aziende del settore, diventano la vendita dei prodotti finanziari e non altri strumenti che possono essere utili alla società, allora lì abbiamo un problema ed è un problema particolarmente rilevante per la categoria dei quadri direttivi e nel momento in cui solleviamo il problema stiamo sollevando un problema che ha carattere sindacale, contrattuale a carattere specifico della categoria ma nel contempo dell’intera collettività, risponde ad esigenza dell’intera collettività perché vogliamo evitare prossimi scandali finanziari. Ancora, le politiche di credito; le politiche di credito che sono state automatizzate e state modificate anche per le nuove regole che ha emesso la BCE, regole che prevedono l’utilizzo degli algoritmi all’interno di certi processi che hanno ridotto le autonomie che avevano i quadri direttivi che gestivano le singole unità produttive nella concessione del credito. Tutto questo ha fatto sì che poi queste persone, che stanno sul territorio, che conoscono profondamente il territorio, non hanno magari la possibilità di recuperare alcune persone debitrici recuperabili prima che finiscano in mano alle società di recupero del credito, che magari attuano politiche, alcune, anche più aggressive da un punto di vista di recupero del credito rispetto alle regole che ha al settore bancario.
Allora è evidente che lì la compressione del ruolo del quadro direttivo sul territorio è una compressione che avviene anche all’interno della società e le due questioni sono profondamente collegate e devono essere affrontate in una visione non solo di capacità del quadro direttivo di svolgere bene l’attività del quadro direttivo ma anche in un’ottica sociale. Tutto questo ha fatto sì che le responsabilità dei quadri direttivi non sono diminuite ma sono aumentate, sono aumentate a differenza di quello che alcune banche ci vogliono far credere perché sono aumentate le norme che chi lavora in banca deve rispettare da un punto di vista giuridico e finanziario. Un nuovo esempio, che vale anche per altri settori: l’antiriciclaggio. L’antiriciclaggio ha delle regole molto ferree, molto rigide, che bisogna applicare pedissequamente e che portano con sé anche delle responsabilità, se uno sbaglia qualcosa nelle segnalazioni che deve fare, e in questo i bancari danno uno dei contributi principali al paese nelle segnalazioni relative all’antiriciclaggio, per il ruolo che svolgono per l’intera collettività, assumono responsabilità professionali e alti rischi professionali.
Nel settroe, come dicevo è da così tanto tempo che si parla delle Alte professionalità, dei quadri direttivi, che stiamo rischiando di andare oltre la visione come vi ho descritto finora, questo lo dico per perché nel settore bancario essiste la fungibilità, all’interno della categoria dei quadri, dei quattro livelli dei quadri direttivi ma quello che alcune banche stanno cercando di fare attraverso la contrattazione di secondo livello, perché nella contrattazione nazionale non è passata questa idea, è di superare la categoria legale e quindi avere una flessibilità che vada da quadri direttivi alle aree professionali, perché quelle ristrutturazioni che vi dicevo prima, così profonde all’interno del settore, fanno sì che le aziende ritengono di aver bisogno di maggiore flessibilità, fino al punto qui di superare la categoria legale, cosa che rischia di mortificare il ruolo, di annullare quello che invece altre categorie stanno ancora cercando di introdurre e quindi poi è un’esperienza che rischia di, non dico di far scomparire, ma di ridimensionare il quadro. poi c’è il tema delle politiche ambientali su cui le banche decidono tutto all’interno dei consigli di amministrazione e che invece i quadri direttivi potrebbero dare contributi estremamente considerevoli, c’è lo smart Working, l’avete già citato e non mi dilungo, che ovviamente presuppone il fatto che c’è una diversa organizzazione del lavoro e anche il quadro che ha responsabilità di coordinamento di altre persone debba e possa essere formato per cercare di gestire questi nuovi gruppi di lavoro, tecnostress, se ne parlava prima, è un tema che all’interno del settore abbiamo cercato di gestire con una norma specifica sulla disconnessione ma non si esaurisce lì, i controlli a distanza, quasi tutti i quadri direttivi nel settore hanno il cellulare di dotazione aziendale, hanno il computer. Anche questi possono essere strumenti di controllo a distanza e quindi è un altro tema che riguarda un po’ tutti trasversalmente ma in particolare quelli che li hanno in dotazione permanente, che spesso sono quadri direttivi.
Per concludere tantissimi ragionamenti, che partono da un settore riguardano la collettività, ad esempio per quanto riguarda i bancari e i quadri direttivi che svolgono un ruolo fondamentale all’interno della categoria dei bancari i bancari, sono l’anello di congiunzione tra il sistema finanziario e la società civile, i quadri direttivi del settore, oltre a fare questo questo ruolo di collegamento tra il sistema finanziario e la società civile fanno anche da collegamento tra vertice dell’azienda e colleghi, che coordinano contemporaneamente al lavro per la clientela e la società civile, quindi hanno una responsabilità che è tripla Io vi ringrazio ancora per avermi ascoltato e per avere organizzato questa giornata.”